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Legge sulla concorrenza, gli ambulanti contro Mattarella: “Ci lascia basiti, le sue parole sono una spada di Damocle”

Legge sulla concorrenza, gli ambulanti contro Mattarella: “Ci lascia basiti, le sue parole sono una spada di Damocle”
  • PubblicatoGennaio 3, 2024

C’era da aspettarselo: il richiamo del capo dello Stato Sergio Mattarella e i rilievi presentati ai presidenti delle Camere e alla presidente del Consiglio sul Ddl Concorrenza non piacciono gli ambulanti che affollano la Lizza, come da tradizione, il mercoledì mattina.

Il presidente della Repubblica in particolare chiede modifiche all’articolo 11 del disegno di legge. L’atto è stato promulgato ma dal Quirinale si è fatto notare che la nuova proroga automatica delle concessioni in essere, per il periodo di 12 anni, è “incompatibile” con i principi ribaditi dalla Corte di Giustizia, dalla Corte costituzionale, dalla giurisprudenza amministrativa e dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato.

Non solo: per il Colle i criteri generali per il rilascio di nuove concessioni sono restrittivi della concorrenza in entrata, in contrasto con la normativa comunitaria Bolkestein, e favoriscono i concessionari uscenti.

Da Siena la risposta degli ambulanti arriva dal presidente di Assidea Alessio Pestelli: “Le parole di Mattarella ci lasciano basiti – ha detto -. Dopo anni di contestazione, dove avevamo pensato di aver raggiunto il traguardo per le concessioni adesso improvvisamente ci casca addosso una nuova spada di Damocle”.

E sulla stessa linea si trovano gli esercenti presenti al mercato di stamani. “Dodici anni sono pochissimi per noi – ci viene spiegato – . In dodici anni non riusciamo a ripagarci un mutuo per una casa. Quando finirà tutto poi cosa faremo? Il mutuo come lo paghiamo?”, si chiede.

“Non si può mettere a bando una postazione pubblica ogni dieci anni – aggiunge un altro -. Non si può dover ripartire da zero”.

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Redazione