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L’inverno demografico di Siena: in dieci anni 700 bimbi in meno. Berti: “Fare figli costa, servono misure per natalità”

L’inverno demografico di Siena: in dieci anni 700 bimbi in meno. Berti: “Fare figli costa, servono misure per natalità”
  • PubblicatoAprile 20, 2023

“Il numero di figli per famiglia è uno degli indicatori predittivi del trovarsi davanti ad una condizione di povertà. Fare figli costa e ci sono delle stime che parlano di una spesa media di settecento euro al mese”.

E per Fabio Berti, docente di sociologia dell’Università di Siena, manca una risposta a questo problema che spiegherebbe tra l’altro il motivo per cui, secondo una ricerca di Openpolis, la provincia di Siena, dal 2020 al 2030, passerà ad avere 9424 bambini tra 0 e 4 anni all’anno a 8637 con un saldo pari a meno 787 e di 8,40 punti percentuali in meno.

Niente di sorprendente dalla rilevazione che testimonia il periodo di inverno demografico che sta vivendo il Paese. Semmai, per il docente, va osservato come anche le famiglie di immigrati, che provengono da altre zone dal Sud Italia o da nazioni economicamente meno sviluppate, abbiano smesso di fare figli una volta giunte nel nostro territorio provinciale.

Significativo infine il fatto che lo studio evidenzi come le aree che subiranno uno spopolamento maggiore hanno meno servizi per i minori. La provincia di Siena negli asili nido ha 40,9 posti ogni 100 residenti tra 0 e 2 anni.

Da qui la necessità di dover dare risposte: “In Italia da sempre stiamo attenti verso le politiche di previdenza e sociali a sostegno della popolazione più anziana del nostro Paese. Ma nelle politiche per giovani siamo indietro. Penso ai nidi e al loro costo ma anche alle questione abitativa”, ha proseguito Berti.

A livello nazionale qualcosa si starebbe però muovendo: in questo senso l’idea del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, secondo Il Foglio, sarebbe sintetizzabile nel concetto “meno tasse per chi fa figli” con una sorta di bonus 110% pensato per i genitori.

“Questa può essere un’idea, anche buona, se inserita all’intero di un disegno organico e strutturale di politiche per la famiglia e per i giovani. Altrimenti rischia di essere uno spot”, ha commentato il docente dell’ateneo senese.

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Redazione