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Siena, l’analisi di Confcommercio: in tre anni chiusi oltre cinquanta negozi ma tengono bar e ristoranti

Siena, l’analisi di Confcommercio: in tre anni chiusi oltre cinquanta negozi ma tengono bar e ristoranti
  • PubblicatoFebbraio 27, 2023

Centouno negozi chiusi in poco più di dieci anni e la metà di questi ha abbassato la saracinesca per sempre negli ultimi tre anni.  Questa è la fotografia scattata per Siena dall’ottava edizione di “Demografia d’impresa nelle città italiane”, ricerca condotta dall’ufficio studi di Confcommercio.

L’impatto di pandemia e guerra sul commercio al dettaglio locale si è fatto sentire: a giugno del 2022 sono 602 le attività esistenti, fuori e dentro il centro storico. Nel 2019 era a pari a 654 mentre, 703 invece nel 2012. La decrescita incide più in periferia che in città e il fenomeno colpisce non solo Siena ma tutta la Toscana.

Tiene però il settore Horeca e in particolare alberghi e ristoranti: a giugno 2022 si contano 552 imprese in centro, in lieve calo rispetto alle 559 del 2019 ma in crescita rispetto alle 500 del 2012.

“Si apre una voragine che è enorme e che interessa le funzioni delle città, il ruolo delle reti di vendita, la dimensione stessa della socialità e del lavoro di cui le attività commerciali sono protagoniste”, è l’allarme del direttore di Confcommercio Siena di Daniele Pracchia.

“L’espansione e la crescita degli esercizi commerciali -aggiunge-  è minore di quello che era previsto nell’ormai lontano dicembre 2019, quando la pandemia non c’era. E non c’era neppure la guerra, la cui prosecuzione è un dramma oltre che umano anche economico; prova ne sono gli effetti sul il turismo internazionale e sull’inflazione, fattori che hanno accelerato la crisi economica”.

Il direttore poi fa notare come “sia urgente lavorare su aiuti alle imprese, crediti di imposta sull’energia che non accenna in realtà a diminuire. Altre urgenze – prosegue- sono inflazione e consumi, la capacità di spesa delle persone, la valorizzazione delle reti di vendita con una particolare attenzione alle realtà dei centri storici”.

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Redazione