“Ventesima Giornata dell’Economia – Siena 2030”, presentati i principali indicatori sociali, economici e demografici provinciali
Presentati ieri, martedì 21 giugno, nel corso della “Ventesima Giornata dell’Economia – Siena 2030”, organizzata da Camera di Commercio e Fondazione Monte Paschi di Siena, i principali indicatori sociali, demografici ed economici della provincia di Siena.
Una importante occasione di confronto e di analisi sullo sviluppo del nostro territorio attraverso i contributi del presidente e del segretario generale della Camera di Commercio di Arezzo-Siena Massimo Guasconi e Marco Randellini, del presidente e del direttore generale della Fondazione Monte dei Paschi di Siena Carlo Rossi e Marco Forte, della professoressa Francesca Gagliardi del Dipartimento di Economia politica e Statistica dell’Università di Siena e di Andrea Favaretto, direttore del Centro Studi Sintesi di Mestre che ha presentato l’ultimo report dell’Osservatorio del turismo della provincia di Siena.
Osservatorio nato da un progetto di Confcommercio Siena, Confesercenti Siena e Camera di Commercio di Arezzo-Siena, con il sostegno economico della Fondazione Monte dei Paschi di Siena, che ha l’obbiettivo di offrire analisi delle dinamiche e delle tendenze della filiera turistica provinciale.
“Siena2030 si conferma strumento primario per la conoscenza del contesto e della comunità in relazione alle fasi di programmazione e di valutazione dell’attività della Fondazione, sviluppate nei documenti strategici di indirizzo e di rendicontazione dell’ente – ha affermato Carlo Rossi, presidente Fondazione Mps -. L’ormai consueto appuntamento della Giornata dell’Economia – Siena 2030 mette in evidenza la collaborazione, il dialogo e il fare rete fra le istituzioni del territorio; elementi e aspetti distintivi della vocazione e del ruolo della Fondazione, come ente facilitatore di relazioni e coesione sociale.”
“Lo scenario che si era delineato ad inizio anno per il sistema economico senese – ha evidenziato Massimo Guasconi, presidente della Camera di Commercio di Arezzo-Siena – prospettava, dopo il forte recupero del 2021, un proseguimento del percorso di crescita su livelli ancora molto positivi. Il quadro è purtroppo cambiato repentinamente con lo scoppio della guerra in Ucraina che ha portato con sé forti ricadute sull’andamento dell’economia e del commercio mondiale ad iniziare da una forte accelerazione degli aumenti dei prezzi energetici e delle materie prime, peraltro iniziata ben prima del conflitto. Comunque i dati reali, come ad esempio quelli relativi all’export, fotografano ancora una situazione positiva per l’economia senese. Le esportazioni della nostra provincia si sono infatti attestate nel primo trimestre del 2022 a poco meno di 803 milioni di euro, rappresentando il 6,5% del totale regionale.
Dal confronto con lo stesso trimestre dello scorso anno emerge una decisa crescita (+20,1%), con un passo superiore a quello medio regionale (+11,8%). La prima categoria di prodotti esportati nel corso dei primi tre mesi del 2022 sono stati i prodotti farmaceutici che continuano a crescere anche in questo inizio d’anno (+79,9%) attestandosi ad un contro valore esportato di circa 333 milioni di euro. Il comparto della camperistica, il secondo settore di specializzazione, dell’export senese: inizia invece l’anno con un rallentamento (-28,2%). Ovviamente rispetto alla crescita registrata nell’ultimo biennio con l’emergenza pandemica il caravanning si sta riposizionando su valori più normali all’interno della filiera turistica. Per il settore delle bevande – in cui il vino rappresenta sicuramente la voce dominante- il primo trimestre 2022 evidenzia un export complessivo di circa 112 milioni di euro, in crescita del 17% rispetto allo stesso periodo del 2021. Con i prossimi trimestri e con l’analisi dell’evoluzione di altri indicatori, ad iniziare da quelli turistici, sapremo valutare in maniera più approfondita l’andamento di questo 2022 per l’economia senese”.
“L’attività di analisi illustrata e commentata questa mattina (ieri, ndr) offre l’occasione sia per riflettere che per progettare un futuro per la provincia di Siena. Il quadro socio-economico presenta elementi di forza e di debolezza, opportunità e sfide – molte delle quali causate dall’incertezza della situazione pandemica prima e conflittuale poi in Ucraina – che i principali enti e istituzioni, necessariamente, dovranno affrontare assieme, nella consapevolezza però di disporre anche di importanti ricchezze che formano l’identità del nostro territorio.” – ha commentato Marco Forte, Direttore Generale Fondazione Mps
“L’attuale panorama politico, economico e sociale caratterizzato da una sempre più accentuata incertezza con repentini e bruschi cambi di scenario rende arduo ipotizzare l’andamento dell’economia provinciale nel breve e medio periodo. – sottolinea Marco Randellini, segretario generale dell’Ente – A fronte di un valore aggiunto complessivo del territorio senese per il 2021, di 7,4 miliardi di euro a valori correnti, in aumento del 6,9% rispetto al 2020 abbiamo stimato un recupero nel 2022 del +2,2% e nel 2023 del +2,4%. Si tratta di previsioni che, al momento, possono sembrare eccessivamente ottimistiche anche se è certamente possibile colmare entro il prossimo anno la diminuzione del -10,6% subita nel 2020 a causa dell’emergenza pandemica.
Quello che è certo è che il valore aggiunto senese e soprattutto quello dell’export hanno aumentato il loro peso rispetto al contesto regionale. Più preoccupante è invece il quadro occupazionale poiché la flessione iniziata nel 2020 ed in parte mitigata dagli interventi di salvaguardia occupazionale è proseguita anche nel corso del 2021. In provincia di Siena abbiamo avuto quindi, nel 2021, circa 112 mila occupati con una perdita rispetto al 2020 di 3.800 posizioni lavorative e di 6.200 addetti rispetto al periodo pre pandemico. L’andamento non è stato però omogeneo in quanto la crisi occupazionale si è scaricata particolarmente sulla categoria degli occupati indipendenti. Più positivo invece l’andamento della demografia imprenditoriale: dopo cinque anni di continue diminuzioni si è assistito nel corso del 2021 ad una crescita delle nuove imprese, +55 pari al +4,3%. Una dimostrazione della accresciuta fiducia del sistema imprenditoriale senese che dopo la difficile sfida della pandemia è chiamato ad affrontare le pesanti criticità che stanno caratterizzando l’attuale congiuntura economica ad iniziare dall’inflazione e dalle difficoltà di approvvigionamento delle materie prime e quindi dei prodotti proseguendo con la continua crescita dei prezzi dell’energia e dei carburanti.”
“Con il rallentare della pandemia, nel 2021 il ciclo economico del nostro territorio si è dimostrato decisamente espansivo – evidenzia Francesca Gagliardi dell’Università di Siena- e PIL e occupazione mostrano un recupero delle posizioni perse con la pandemia. Il reddito disponibile e i consumi delle famiglie mostrano una variazione positiva, particolarmente significativa per i consumi. Questo quadro decisamente positivo cambia purtroppo dall’inizio del 2022, con i forti rincari energetici e la guerra in corso. I primi 3 mesi del 2022 già mostrano dati economici e del mercato del lavoro in flessione. Gli effetti della crescita dei costi energetici porteranno 15mila imprese toscane ad avere un margine operativo lordo negativo. Il potere di acquisto delle famiglie toscane si ridurrà di circa 1.600 euro su base annua. Alla luce di questo mutato scenario, il nostro territorio è chiamato a rispondere a delle sfide che non sono più procrastinabili e legate a tutti quegli aspetti sui cui il nostro territorio è ancora indietro e che il nostro cruscotto di indicatori negli anni ha evidenziato: innovazione digitale del sistema produttivo, autonomia energetica, squilibrio demografico, produzione e smaltimento dei rifiuti, e ultimo, ma non meno importante, investire sui i giovani.”
“Nonostante la rilevante crescita delle stime per il movimento turistico nell’anno in corso con un +30.3% di presenze e un +45,4% di arrivi per la Toscana (rispettivamente +35% e +43% per l’Italia) – sottolinea Andrea Favaretto, Direttore Centro Studi Sintesi – siamo ancora lontani dai valori pre-pandemia. Le stime 2022 evidenziano infatti in Toscana una contrazione pari al -24,3% nelle presenze e al -34,5% negli arrivi rispetto al 2019 (rispettivamente -21,4% e -29,6% in Italia). In provincia di Siena, nel 2021, abbiamo avuto 1.430.283 arrivi con una crescita del + 55% rispetto al 2020 ed una riduzione del -31% rispetto al 2019. Gli arrivi nelle strutture alberghiere sono stati 718 mila e in quelle extralberghiere 711 mila. Gli arrivi italiani sono stati 923.176 con una crescita del + 35% rispetto al 2020 e una flessione del 5% rispetto al 2019. Gli arrivi stranieri sono stati 507.107 (312mila nelle strutture extralberghiere e 194 mila in quelle alberghiere) con una crescita del +116% rispetto al 2020 mentre è ancora consistente la differenza con il 2019 pari al -54%. Le presenze turistiche sono state 3.947.367 (+54% rispetto al 2020 e -24% rispetto al 2019), 1 milione e 536 mila delle quali nelle strutture alberghiere mentre 2 milioni e 410 mila sono quelle registrate nelle extralberghiere. Le presenze italiane sono state 2 milioni e 151 mila, in crescita del +24% rispetto al 2020 e del +2% rispetto al 2019 e quelle straniere 1.795.641 con una crescita del +118% rispetto al 2020 ed una contrazione del -42% rispetto al 2019. Il 28,9% delle presenze turistiche straniere è rappresentato dai tedeschi, seguiti dagli olandesi (13,3%) e dai francesi (9,8%). I turisti statunitensi sono al quarto posto con il 9,2% ma sono quelli che hanno avuto la maggiore variazione positiva rispetto al 2020 con un +528,6%. In calo invece i turisti provenienti dalla Gran Bretagna a dimostrazione che la Brexit, così come negli interscambi commerciali, sta producendo effetti negativi anche in quelli turistici.
“Come già più volte evidenziato – prosegue Favaretto – il sistema ricettivo senese presenta una offerta particolarmente polverizzata e frammentata. Su un totale di 2.925 strutture totali (pari al 18% regionale), il 13,8% sono alberghiere e l’86,2% sono extralberghiere. A livello di posto letto si tratta di un’offerta che propone 68.820 posti letto (pari al 12% regionale) dei quali il 40,9% in strutture alberghiere e il rimanente 59,1% in strutture extralberghiere. In provincia di Siena si contano 76,6 esercizi ogni 100 km², ben più di quanti se ne contino a livello regionale dove l’indice di densità ricettiva si ferma a poco più di 71 esercizi ogni 100 km². La provincia risulta quindi mediamente più favorevole all’insediamento – e alla sopravvivenza – di strutture ricettive. Anche esprimendo la potenzialità turistica del territorio attraverso il numero di posti letto rapportato alla popolazione, la posizione della provincia di Siena emerge in modo distinto dalla media regionale: nel Senese si contano 254 posti letto ogni 1.000 abitanti contro i 153 posti letto calcolati per l’intera regione. Per quel che concerne le strutture alberghiere della provincia, il loro indice di qualità è pari a 0,6, un valore che sta ad indicare come per ogni posto letto in alberghi di categoria medio-bassa (fino a 3 stelle) vi siano 0,6 posti letto in alberghi di categoria elevata, ossia almeno pari a 4 stelle. La qualità dell’offerta alberghiera in provincia di Siena risulta tuttavia mediamente più bassa rispetto a quella regionale (0,8), ma sono numerosi i comuni di piccola dimensione che presentano i valori più elevati dell’indice, segno di una presenza diffusa di offerta di qualità. Dalla analisi delle risposte al questionario somministrato dall’Osservatorio agli operatori turistici senesi, emerge un giudizio positivo, pari al 71%, sulle stagioni turistiche appena trascorse. Le previsioni relative al fatturato per la stagione estiva 2022 – rispetto a quella 2021 – prevedono un aumento per il 52,5% degli intervistati, una sostanziale parità per il 27% mentre il 13,5 è pessimista ed il 7% non fa alcuna previsione. Oltre il 93,5% degli intervistati ha risentito, nei primi cinque mesi dell’anno, dell’aumento dei costi delle materie prime sulla gestione delle proprie attività, con una percentuale del 62,6% che è stata costretta ad alzare i prezzi praticati. Uno dei dati più significativi riguarda infine quello del reperimento del personale. Durante la stagione primaverile il 51% delle attività ha dovuto assumere personale con i camerieri che sono risultate le figure professionali più difficili da reperire per il 30% delle imprese intervistate.”