Il barbiere de La Saletta Vando Cioli ci riporta nella Val d’Orca del passato con i suoi racconti: “Una realtà totalmente diversa da quella odierna”
Non più solo forbici e pettine, ma la mano dello storico barbiere de La Saletta Vando Cioli, sa utilizzare molto bene anche la penna. Conosciutissimo in città, Vando è diventato una vera e propria icona del salone di via del Cavallerizzo e quasi tutti i senesi, almeno una volta nella vita, sono andati a sfoltire i capelli o a tagliare la barba da lui. Non molti però, conoscono le sue origini: Cioli, infatti, è cresciuto nelle campagne della Val d’Orcia degli anni ’60 ed ha portato con sé moltissimi ricordi di quel periodo, che spesso e volentieri racconta anche ai suoli clienti durante un taglio. Proprio in una di queste situazioni, il barbiere ha conosciuto il professor Duccio Demetrio, filosofo e pedagogista, che ha lanciato l’idea a Vando, facendogli mettere per iscritto tutti i racconti di quella Val d’Orcia.
“Il professore viene spesso a Siena ed è da tempo un mio cliente – commenta Vando Cioli -. Quando gli raccontavo gli episodi della mia vita in Val d’Orcia, Demetrio era molto interessato e un giorno di disse di mettere per iscritto tutto. Inizialmente non ero convintissimo, perché comunque gli impegni durante il giorno sono tanti, ma due anni fa Duccio ha organizzato un concorso letterario all’università di Anghiari, dedicato proprio alla storia dei luoghi magici dell’Italia. Alla fine, grazie alla spinta del professore mi sono messo in gioco e ho iniziato a scrivere”.
Dai racconti, è chiaro che la Val d’Orcia descritta da Vando Cioli, è completamente diversa da quella di oggi, con i suoi ricchi paesaggi invidiati dal mondo intero. Anche per questo, i ricordi di Vando, risultano essere un tesoro storico per la comunità e per le generazioni future.
“In quegli anni la Val d’Orcia era un luogo povero, non così colorato e pieno di alberi com’è oggi – spiega Vando -. La vita era molto simile a quella del periodo prima della guerra. Era un luogo dove vivevano principalmente i contadini, che lavoravano in base alla stagione. Mi ricordo, infatti, che nel periodo invernale ci si dedicava spesso alla messa a punto degli attrezzi agricoli; un’altra bella immagine, erano le partite a carte dentro le stalle, che erano i posti più caldi dove stare. Quando iniziava la primavera, invece, ci si dedicava alla raccolta del grano e con il passare dei mesi si seminavano i campi, fino ad arrivare all’autunno, in cui si faceva la vendemmia e si raccoglievano le olive”.
L’obiettivo è quello di tenere vive le immagini e i racconti di un tempo e auguriamo a Vando un buon lavoro, per far sì che quanti più ricordi e quanti più dettagli possano emergere.