Beko, Invitalia entra nella partita. Il Ministero: “Regione e Provincia si sono smarcati”. La replica: “Scorrettezza istituzionale”
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Cambiano i protagonisti della partita sull’acquisizione dello stabilimento di Beko: il Ministero delle Imprese fa sapere, in una nota, di avere avviato “interlocuzioni” con il Comune ed Invitalia per portare a conclusione l’operazione, che sarà condotta da un soggetto pubblico, “come punto di partenza per creare le condizioni favorevoli alla reindustrializzazione” del sito di viale Toselli “e alla ricerca di un nuovo investitore, restituendo così un futuro produttivo al sito”.
Questo emerge dall’incontro tecnico di ieri su Beko a palazzo Piacentini. Il Ministero, nel comunicato, giustifica la decisione “alla luce del disimpegno” della Regione e “delle delibere della Provincia di Siena, che escludono un intervento per l’acquisizione del sito, senza aver prima le garanzie di un progetto industriale”.
“Nessun disimpegno” dallo stabilimento di Siena ma “tutto il contrario”. Il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani replica così alla nota del Ministero delle Imprese, diffusa poco prima che si concludesse l’incontro a palazzo Piacentini sulla vertenza Beko.
“Siamo impegnati a sostenere per quanto è nelle nostre competenze la lotta dei lavoratori e la prospettiva di investimenti per l’attività industriale Beko a Siena – prosegue Giani – semplicemente non siamo stati invitati alla riunione di oggi al Ministero, addirittura attribuendo posizioni alla Regione che mai sono state richieste od oggetto di interlocuzione, compiendo grave scorrettezza istituzionale. Vi è una chiara volontà di mistificare con parole false e improprie, quali “disimpegno”, il ruolo della Regione, ad oggi molto importante per sollevare, amplificare, difendere le ragioni dei lavoratori Beko di Siena – prosegue -. Invece che unire il ruolo delle Istituzioni si cerca di dividere e strumentalizzare, provocando danno alla lotta dei lavoratori e all’impegno per salvare la realtà industriale di Siena. Chiariremo in tutte le sedi questo irresponsabile comportamento che emerge dalla nota Mimit su Beko”.
E sul caso interviene anche la provincia: “E’ del tutto evidente che ormai siamo di fronte ad una vera e propria strumentalizzazione politica arrivando perfino ad evocare atti e delibere mai assunte”, attacca la presidente Agnese Carletti.
“Per buona prassi e buon governo a Siena i lavoratori siamo abituati a guardarli in faccia e sia loro che i loro rappresentanti sindacali che siedono al tavolo di coordinamento che accompagna la crisi dall’avvio della vertenza, sanno bene ciò che questo territorio ha chiesto in modo unitario – aggiunge-: e cioè che la vertenza Beko Europe per Siena non è chiusa finché non ci saranno le condizioni per garantire la continuità industriale per il sito di viale Toselli e la salvaguardia dei 299 posti di lavoro. Condizioni che, ad oggi, ancora stiamo aspettando e rispetto alle quali il territorio, come abbiamo sempre detto, è pronto a fare la sua parte”
Per lo stabilimento di viale Toselli Beko conferma lo stop alla produzione a fine 2025 e la sua disponibilità a pagare l’affitto fino a dicembre 2027.
“Nel frattempo, la società si è impegnata a facilitare la transizione verso la reindustrializzazione, destinando circa 7 milioni di euro per la gestione del canone d’affitto – si legge – , per l’individuazione di un advisor che avvii immediatamente la ricerca di un nuovo soggetto industriale e per la continuazione delle attività di bonifica”.
“Il negoziato è stato lungo, ma riteniamo che vi siano solide basi per proseguire il confronto in modo costruttivo. Abbiamo già programmato altri tre incontri e siamo fiduciosi che il dialogo possa evolvere positivamente.” afferma Maurizio David Sberna, direttore relazioni esterne di Beko Europe . “La discussione è stata approfondita e ci aspettiamo che nei prossimi appuntamenti si possa consolidare ulteriormente, con l’obiettivo di garantire un futuro sostenibile e di lungo periodo per la presenza di Beko in Italia”.