La mostra “Gaza Palestina Fuori Fuoco” arriva a Siena: dal 14 al 22 marzo al presidio universitario del San Niccolò

Dal 14 al 22 Marzo, presso il Presidio San Niccolò dell’Università degli Studi di Siena, in Via Roma 56 a Siena, si svolgeranno due mostre fotografiche itineranti volute dall’associazione Gaza Fuorifuoco-Palestina e dalla CGIL Toscana che stanno toccando tutte le città della nostra Regione e dell’Italia.
L’esposizione “Qui Resteremo” racconta del genocidio palestinese attraverso scatti di fotogiornalisti di Gaza e Cisgiordania, quella “Kufia, Matite italiane per la Palestina” ripropone i fumetti e le vignette realizzate negli anni ’80 da artisti italiani, tra cui Milo Manara, Vauro e Andrea Pazienza, tra lavoro, diritti umani, arte, finanziarizzazione dell’economia e ricerca della pace.
A Siena, ad arricchire l’allestimento delle mostre, è stata organizzata da CGIL Toscana, CGIL Siena, Arci Siena, VersoLab, Cinema Nuovo Pendola, Spazio Livi, Rete Si Solidal, Associazione culturale l’Untore, Non Una di Meno Siena, Centro Mara Meoni, Nuova associazione culturale Ulisse, CDC Siena, Semi di Pace, Refugees Welcome Siena, Anpi Siena, Coop. Pangea, Centro di Ricerca Franco Fortini, Left Siena, tutta una serie di iniziative collaterali per sensibilizzare ed informare l’opinione pubblica sulla drammatica situazione che sta vivendo il popolo palestinese e sui temi della ricerca della pace, la demilitarizzazione dei territori e la fine del genocidio, per arrivare al riconoscimento dello Stato di Palestina. Tutti gli ingressi sono liberi e gratuiti. Questo il programma degli eventi organizzati con il sostegno dell’Università degli Studi di Siena:
Venerdì 14 Marzo ore 17:30 inaugurazione delle due mostre fotografiche per la Palestina:
“Kufia, matite italiane per la Palestina” opere di: ALTAN / BROLLI / CREPAX / ELFO / GHIGLIANO / GIACON / IGORT / MAGNUS / MANARA / MATTOTTI / MUÑOZ / PALUMBO / PAZIENZA / COMANDINI / SCANDOLA / SCOZZARI / VAURO / VINCINO / ZEVOLA.
“Qui resteremo”, fotografie da Gaza e Cisgiordania di:
Abdul Akim Khaled Abu Rayash / Issam Rimawi / Muhannad Abdulwahab / Mahmoud Elyan / Mahmoud Illean / Mohamad Al Baba / Musa Al-Shaer / Wala Hatem Sabry (e altri fotografi palestinesi).
Interverranno: Alì Rashid (già Primo Segretario dell’Ambasciata palestinese in Italia); Rossano Rossi (Segretario Generale CGIL Toscana); prof. Armando Cutolo (Università degli Studi di Siena)
Lettura di una poesia palestinese a cura di Non Una Di Meno
Complesso universitario S. Niccolò – Via Roma 56, Siena
Le mostre resteranno aperte tutti i giorni, dal lunedì alla domenica, con orario 16:30-19:30.
Domenica 16 Marzo ore 17:00
Dott. Gianfranco Schiavone, Presidente CIS Consorzio Italiano Solidarietà e rappresentante Asgi Studi Giuridici sull’Immigrazione, e l’On. Laura Boldrini in dialogo su: “Luoghi negati lontani, luoghi negati vicini”. Modera Monica Tosoni – Rete SiSolidal
Complesso universitario San Niccolò – Via Roma 56, Siena
Lunedì 17 Marzo 2025, Film – NO OTHER LAND (96’)
Genere Documentario(Palestina, Norvegia, 2024)
prima proiezione ore 18:30 seconda ore 20:45
ore 20:15 presentazione di Meri Calvelli, Direttrice del Centro Italo-Palestinese di Scambio Culturale VIK
Di Yuval Abraham, Basel Adra, Hamdan Ballal, Rachel Szor
Prezzo speciale abbinato alla mostra 5,50€
Cinema Pendola, Via S.Quirico 13, Siena
Martedì 18 Marzo 2025, Film – NO OTHER LAND (96’)
Genere Documentario (Palestina, Norvegia, 2024)
proiezione unica ore 20:45
Prezzo speciale abbinato alla mostra 5,50€
Cinema Pendola, Via S.Quirico 13, Siena
Mercoledì 19 Marzo 2025 ore 17:30
“Good vibes under” – i bambini ripudiano la guerra
Drum Circle over 7 anni
condotta da Zatarra – Associazione Culturale L’Untore
Complesso Universitario San Niccolò – Via Roma 56, Siena
Giovedì 20 Marzo 2025 ore 20:00
Ehkili an Falastin: raccontami della Palestina
Cena palestinese + reading teatrale
Corte dei Miracoli – Spazio Livi
Prenotazione obbligatoria entro lunedì 17 marzo a prenotazionieventi@cortedeimiracoli.org
Contributo: 20€ bevande escluse
Complesso Universitario San Niccolò, Via Roma 56, Siena
Sabato 22 Marzo 2025 ore 17:45
presentazione del libro “La ballata delle frontiere; storie dal secolo belva”, conversazione con l’autore Flavio Fusi (già giornalista del TG 3 ed inviato di guerra), in collaborazione con ARCI Siena.
Accompagnerà la presentazione Mario Costanzi (chitarra), a seguire aperitivo.
Complesso universitario San Niccolò – Via Roma 56, Siena
Le mostre “Qui resteremo” e “Kufia” trattano del genocidio palestinese attraverso due strumenti diversi: l’uso della fotografia e quello del disegno. Partendo da un concetto cardine come la ricerca della messa a fuoco di un contesto coloniale che dura da quasi un secolo, in “Qui resteremo” fotogiornalisti di Gaza e della Cisgiordania mettono a disposizione dell’umanità centinaia di scatti fotografici inediti, che documentano la devastazione del territorio palestinese da parte dei bombardamenti dell’esercito israeliano.
“Con il progetto fotografico gaza_ fuorifuoco_palestina – spiegano dall’associazione – tentiamo una riflessione su potere e fragilità delle immagini negli scenari coloniali contemporanei, a partire dal genocidio in atto a Gaza e Cisgiordania. In assiduo contatto con fotografi e giornalisti palestinesi, abbiamo iniziato a raccogliere la moltitudine di immagini che vengono dai territori rasi al suolo dal paese-caserma chiamato Israele, fortilizio assistito dagli Usa e dall’Europa nella sua marcia predatoria verso terre altrui, in Palestina e oltre”.
Chi scatta fotografie nei luoghi della devastazione è considerato un testimone scomodo, un occhio disobbediente alla cecità, quindi da eliminare: oltre centonovanta sono stati finora i fotografi e giornalisti cercati e uccisi in un anno (diciannove nei trent’anni precedenti), oltre 130 sono stati incarcerati, di alcuni non si conosce la destinazione.
L’accusa è «violazione della libertà di parola e incitamento al terrorismo». Da più di un anno «alla stampa internazionale è vietato mettere piede a Gaza», se non sotto lo stretto controllo dell’Idf, intanto gli intenzionali Black-out e la sospensione degli accessi alla rete tacitano ancora di più gli osservatori.
La mostra intende stimolare delle riflessioni su quanto sta accadendo, mettendo in allarme lo stesso mondo dell’informazione, e allo stesso tempo rendendo omaggio al sacrificio dei tanti fotografi e fotogiornalisti che hanno perso la vita per testimoniare il genocidio in corso. Hanno contributo alla sua realizzazione con i loro scatti: Abdul Akim Khaled, Muhannad Abdulwahab, Mahmoud Elyan, Mahmoud Illean, Mohamad Al Baba, Musa Al-Shaer, Wala Hatem Sabry e molti altri.
Negli stessi spazi si potrà ammirare “Kufia, Matite italiane per la Palestina”, una raccolta di disegni e vignette realizzata nel 1988, durante la prima Intifada, dall’arabo “rivolta”. Al tempo, il Comitato Bir-Zeit, l’Alfabeto urbano e la Cuen di Napoli, con il sostegno de Il Manifesto, Smemoranda e altre organizzazioni di solidarietà con la Palestina, diedero vita al portfolio Kufia, in omaggio al nome del copricapo simbolo della tradizione araba mediorientale. Fra gli artisti che presero parte alla mostra ci sono Magnus, Guido Crepax, Vauro, Josè Munoz, Lorenzo Mattotti, Filippo Scozzari, Milo Manara e Andrea Pazienza. La selezione degli autori e la raccolta dei disegni fu effettuata da Patrizio Esposito, anche curatore delle due mostre che verranno allestite, e Guido Piccoli, con la collaborazione di Giacomo Forte, Canio Lo Guercio, Guglielmo Di Zenzo, Vittorio Ercolano.
I disegni originali negli anni ’80 furono esposti in 70 città italiane, oltre che a Gerusalemme, a Tel Aviv, finché, un anno dopo, il furgone che portava in giro gli originali venne fermato e derubato. Si potranno quindi ammirare le opere d’arte che sono state “salvate” dall’oblio e che verranno riproposte al pubblico.
L’ASSOCIAZIONE GAZA FUORIFUOCO PALESTINA
«Fuori fuoco» è il termine con cui la fotografia può sperimentare la sua imprecisione, la sua potenziale avversione alle tecniche che «educano la platea al consenso», riuscendo ad includere l’errore tecnico o compositivo. Se quanto riceviamo dai fotografi palestinesi è realizzato con una messa a fuoco precisa, chiara e inequivocabile, perché adottare un termine, «fuori fuoco», che esula dalla nitidezza? Ad evitare l’equivoco, si può dire che le fotografie da Gaza celano al loro interno una materia complessa, così possente da non poter essere assimilata alla merce costruita e veicolata dal fotogiornalismo tout court, ma ad una deviazione nata per l’eccezione da cui provengono. La fotografia da Gaza non bada esclusivamente al futuro, guarda prepotentemente all’oggi, all’urgenza di dire subito, qui ed ora, cosa succede, ponendosi come errore del fotogiornalismo. Nell’errore e nella tenacia di quel «qui resteremo» ha rifugio amichevole la resistenza allo svanire. In fotografia e nel reale, dovunque sia messa a rischio ogni singola vita dall’israelizzazione del mondo.