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Ai, data center, narrazione di storie. Da Radicondoli sguardi sul futuro dei piccoli centri

Ai, data center, narrazione di storie. Da Radicondoli sguardi sul futuro dei piccoli centri
  • PubblicatoSettembre 13, 2024

L’espansione delle tecnologie e dell’intelligenza artificiale accentua la fuga dei giovani verso le città dai piccoli centri, Ma può anche aprire opportunità inedite: sfruttare la geotermia per raffreddare i data center, o favorire una narrazione più empatica per il patrimonio culturale. Sono questi alcuni degli “assaggi di futuro” scambiati mercoledì sera sulla terrazza Comunale di Radicondoli, stupendo scenario con vista al tramonto su Valdelsa e Valdicecina. E’ qui che si è svolta la nuova tappa di Aperidee, la serie di chiacchierate in orario preserale allestita da Confesercenti, ieri dedicata ai piccoli centri nell’era dell’intelligenza artificiale.

Una conversazione partita dal caso di Radicondoli, realtà controtendenza (60 abitanti e 17 attività economiche in più, in 3 anni): “un ex malato grave che ora invece corre, e che dobbiamo mantenere in forma” secondo il Sindaco, Francesco Guarguaglini: “WivoaRadicondoli, la serie di misure incentivanti che abbiamo attuato è stato ancora più importante delle evoluzioni sul teleriscaldamento. Ce lo dicono l’anagrafe ma anche le presenze turistiche, 5mila in più rispetto al 2019”.  Più dei numeri lo dicono forse le storie personali: quella di Louis Andrianaivo, che dal Madagascar va a Roma per studiare e laurearsi e poi s ritrova a sviluppare app per i beni culturali proprio a Radicondoli, dove si è insediata la start up Shazarch. La storia di Antonia Melis, che al legame con la Sardegna ha aggiunto quello con Belforte, la frazione su cui 4 anni ha scommesso riaprendo l’unica bottega alimentare (“un bilancio ad oggi? Sono contenta”); o quella di Giulia Botta, che due anni fa ha convinto le sorelle a riaprire in versione 2.0 (“in onore dei figli”) quel bar Nazionale in cui aveva lavorato.

“Storie come queste sono l’anima potenziale per un turismo più consapevole, che sia meno ‘over’ e più empatico – ha osservato Carolina Taddei, Coordinatrice della Fondazione Musei Senesi – saperle narrare al meglio è una sfida che dobbiamo cogliere per avvicinare i giovani allo straordinario patrimonio di queste terre”. Giovani che possono appassionarsi: come Federico Casarotti, membro di Rifai (Rete Italiana Facilitatori Aree interne) che ha citato l’esperienza di una web radio come stimolo all’aggregazione per i coetanei delle montagne friulane. Aperidee interessanti sono arrivate anche dal pubblico, presente sulla terrazza di Radicondoli: “L’intelligenza artificiale pone dilemmi etici, ma anche ambientali: i Data Center hanno crescenti esigenze di raffeddamento, e di luoghi adatti ad ospitarli. Perché non abbinarne uno alle centrali geotermiche?” ha proposto Roberto D’Autilia, docente di Matematica all’Università di Roma Tre.  

Gli stimoli non mancano per il futuro di piccoli centri come questo: “nel 2025 avremo opportunità importanti, una su tutte l’apertura del Giardino Monastero – ha chiosato il Sindaco – con le imprese dobbiamo fare squadra per far sì che il paese sia più vissuto dai turisti. E’ il nostro prossimo banco di prova”.

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Redazione