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Architettura, visione, strategia: prende forma il futuro del Santa Maria della Scala. Annunciato il piano di indirizzo per definire il masterplan del Complesso

Architettura, visione, strategia: prende forma il futuro del Santa Maria della Scala. Annunciato il piano di indirizzo per definire il masterplan del Complesso
  • PubblicatoMaggio 21, 2025

Ogni architettura è un organismo vivente e il Santa Maria della Scala è un corpo che nei secoli è cambiato accompagnando le necessità mutevoli della città che lo ospita: da Pellegrinaio a Ospedale, fino alla configurazione attuale come complesso museale.

Oggi il Santa Maria della Scala con una superficie di circa 40mila mq, è un grande organismo complesso. Se Parigi, una città che conta circa 2 milioni di abitanti, ha il Centre Pompidou con i suoi 45mila mq, Siena, dove gli abitanti sono circa 50mila, ha il Santa Maria della Scala con 38mila mq.

A quasi cinquant’anni dal progetto dell’architetto Guido Canali che segnò il passaggio da ospedale a museo, la Fondazione Antico Ospedale Santa Maria della Scala compie un nuovo e decisivo passo per il futuro del complesso: la definizione di un masterplan architettonico che ne ridefinirà nel profondo l’identità, le funzioni e la relazione con la città di Siena.

Questo rappresenta l’atto strategico fondamentale deciso dalla Presidenza della Fondazione, sotto la guida di Cristiano Leone, e ne incarna pienamente la visione a lungo termine. Annunciato pochi mesi dopo l’insediamento del nuovo Consiglio di Amministrazione, questo progetto è il frutto di un lavoro preparatorio di grande complessità, reso necessario dalla natura eccezionale del museo: un organismo urbano, culturale e simbolico unico nel suo genere.

Per rispondere con rigore a questa sfida, è stato coinvolto Luca Molinari Studio, realtà d’eccellenza nel campo della progettazione culturale e museale. Lo studio ha condotto un’analisi approfondita del progetto originario di Guido Canali, avviando un dialogo diretto con l’architetto stesso, e mappando minuziosamente sia gli spazi già ristrutturati – che necessitano oggi di essere ripensati – sia quelli ancora in attesa di essere rifunzionalizzati e restituiti alla collettività.

È solo dopo questa fase accurata di studio, confronto e ricognizione, durata oltre un anno, che la Fondazione intende condividere pubblicamente i prossimi passi del nuovo piano di riforma organica del Santa Maria.

Il nuovo masterplan, pur mantenendo una visione unitaria e strategica, supera l’idea di un progetto rigido e predefinito, aprendosi invece a una logica ramificata, modulare e dinamica, capace di adattarsi nel tempo alle esigenze reali della città, del museo e dei suoi pubblici.

Il processo di trasformazione vede il coinvolgimento di tre noti autori sul panorama architettonico internazionale, che in maniera collaborativa interverranno nel ridisegnare i profili della porzione ad oggi inattiva del complesso: LAN Architecture, Odile Decq e Hannes Peer.

IL PROGETTO CULTURALE ALLA BASE DELLA STRATEGIA: la “casa della città”

I tre studi internazionali di altissimo profilo chiamati a immaginare e progettare alcune delle aree strategiche individuate nel masterplan, ha all’attivo e in corso d’opera interventi di scala monumentale. Ognuno di loro si confronterà con l’identità profonda del Santa Maria, facendo confluire tre visioni autonome in un unico disegno d’insieme. Questa plurivocità controllata riflette perfettamente la natura del Santa Maria della Scala, che nei secoli si è costruito per addizioni successive, stratificazioni, innesti, e che oggi ritrova in questo metodo progettuale la sua cifra identitaria.

Si tratta quindi di una trasformazione che non mira all’uniformità, ma all’armonia tra parti vive e riconoscibili, capaci di dialogare tra loro e con il proprio tempo, per evitare ogni rischio di obsolescenza e rendere il complesso strutturalmente aperto al futuro.

Il progetto culturale alla base della strategia di questo intervento desidera recuperare la vitalità che caratterizzava la natura dell’antico ospedale, cercando una via per razionalizzarla e renderla fruibile al visitatore in modo chiaro e non dispersivo.

Per tale motivo il piano strategica punta a individuare macroambiti funzionali e spaziali, supportati da uno spazio servito e servente dal carattere aperto e in diretto contatto con lo spazio pubblico della città. La commistione di usi che ha caratterizzato il complesso nei secoli si rivitalizza proprio nella “spina centrale”: un’interfaccia spazialmente e funzionalmente ricca che garantisce una fruizione più agevole e chiara dei singoli ambiti macrofunzionali.

Il progetto, inteso come “casa della città”, si fonda sulla volontà di esprimere le potenzialità
spaziali esistenti, che concili la rigidità imposta dalle esigenze museali e di conservazione
del patrimonio con la flessibilità richiesta dalle attività culturali e di aggregazione sociale.

A ciascuno studio invitato sarà chiesto di sviluppare una proposta progettuale per una
specifica macroarea funzionale, seguendo le linee guida che saranno delineate. L’obiettivo
sarà quello di elaborare nel tempo un insieme di proposte che contribuiscano a ridefinire
l’infrastruttura culturale e spaziale del Santa Maria della Scala.

Questo approccio permetterà di raggiungere un risultato di qualità, rafforzando l’autorialità e
mettendo in luce le identità di ciascun progetto; allo stesso tempo, riaffermando come il
Santa Maria della Scala possa ancora essere considerato uno spazio condiviso, in cui
metodologie e visioni progettuali differenti convivono, agevolando sinergie inaspettate e
significative.

Più che un processo competitivo, il processo proposto punta a favorire un impegno
collaborativo tra gli studi coinvolti.

Attraverso questa operazione, la Fondazione porta la riflessione architettonica
contemporanea nel cuore di Siena, ponendo una domanda fondamentale: quale Santa
Maria della Scala vogliamo consegnare alle generazioni future?

Written By
Redazione