Beko, Miniero sulle parole di Urso: “Confuso o sottovaluta la nostra intelligenza? Golden power posticipa solo i licenziamenti”
O il ministro Urso ” è confuso” oppure “sta sottovalutando la nostra intelligenza” perché il golden power “è stata presentato come uno strumento per salvaguardare i posti di lavoro. Ma oggi scopriamo che, nella realtà, prolunga solo i tempi dei licenziamenti senza evitarli”.
Così il segretario della Fiom Cgil di Siena Daniela Miniero commenta l’intervento del vertice del Ministero delle Imprese sulla vertenza Beko Europe. Nelle sue dichiarazioni, continua il sindacalista, “c’è qualcosa che non torna” rispetto “a quanto riportato nel verbale del cdm dell’1 maggio 2023 riguardante il golden power. Da questo documento, di cui siamo finalmente venuti a conoscenza grazie alla lettura in Parlamento, risulta evidente che non esistono impegni stringenti per la multinazionale volti a salvaguardare i posti di lavoro. Si tratta solo di una semplice raccomandazione”, prosegue.
Prosegue Miniero: “Delle due, l’una: o Urso ha mentito e continua a mentire, e quindi la golden power non prevede alcuna tutela dei posti di lavoro né della sopravvivenza dei siti produttivi; oppure la misura contiene effettivamente tali tutele, ma sappiamo già che non è così. In questo caso, l’azienda avrebbe disatteso gli accordi e dovrebbe quindi essere sanzionata d’ufficio”.
“A me non interessa se in Polonia hanno chiuso in due mesi mentre qui il processo dura un anno. A me interessa che qui non si chiuda affatto. Questo è il punto fondamentale. Eppure, il Ministro continua ad affermare che il golden power ha salvato i posti di lavoro. Se così fosse – chiarisce-, sarei pronta a chiedere scusa. Tuttavia, il 10 dicembre ci aspettiamo il ritiro dei 2mial esuberi previsti entro dicembre 2025. Se ciò non accadrà e non emergerà un piano industriale concreto e differente, allora sarà evidente che qualcuno sta mentendo”.
Per la sindacalista quello di viale Toselli “è il sito che rischia di più, e questo va detto chiaramente. Non vorrei che il tavolo di discussione aperto servisse solo a trovare una mediazione in cui proprio Siena diventi il sito sacrificabile, perché, in quel caso, la risposta sarà ancora più dura”.