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Beko, Urso: “Nessuno sarà lasciato indietro, c’è un piano con 300 milioni di investimento”. L’azienda però, non si smuove

Beko, Urso: “Nessuno sarà lasciato indietro, c’è un piano con 300 milioni di investimento”. L’azienda però, non si smuove
  • PubblicatoGennaio 30, 2025

“Ci impegneremo affinché nessuno venga lasciato indietro, nemmeno in questa fase di crisi del settore. Il rilancio produttivo dell’azienda deve avvenire senza traumi sociali come già accaduto con successo su altre vertenze critiche. Chiediamo a Beko di farsi carico con noi della transizione, individuando con i sindacati e il ministero del Lavoro gli strumenti più adeguati per garantire tutti gli occupati”. È quanto ha ribadito il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, durante il tavolo Beko in corso al Mimit.

Parlando più nello specifico del sito di Siena, il ministro ha specificato che “il canone di affitto applicato dalla società proprietaria dell’immobile è molto al di sopra dei valori medi di mercato. Un’anomalia, che deriva da operazioni poco comprensibili tra l’allora proprietaria e la Fondazione Monte dei Paschi di Siena: un lascito del passato che pregiudica il futuro”.

“Per questo – ha aggiunto Urso – è necessario rimuovere questo ostacolo. Credo che sia possibile farlo nell’ambito di un lavoro di squadra con Regione e Comune che deve iniziare subito. Questa è la precondizione sulla quale costruire il rilancio produttivo dello stabilimento e le necessarie garanzie
occupazionali. Con questo obiettivo, chiediamo a Beko che nel suo piano industriale vi siano garanzie che consentano alle parti interessate tutto il tempo necessario per gestire e portare a risoluzione il problema; un arco temporale di almeno 3 anni, durante il quale Beko dovrà garantire a Siena lavoro e attività produttiva”.

Ma l’azienda, secondo le prime voci non ancora ufficiali, sarebbe rimasta sulle proprie posizioni, confermando la data della fine della produzione per il 31 dicembre.

Tra i desiderata del ministro ci sarebbe anche un piano con almeno 300 milioni di investimento, “un vero Piano Italia per fare della multinazionale un un orgoglio del Made in Italy”.

Per Urso “sono risorse necessarie per recuperare il divario di competitività, con investimenti nell’innovazione tecnologica dei prodotti e per modernizzare gli impianti presenti sul territorio nazionale, salvaguardando tutte le attività produttive”. Davanti a questo impegno Urso avrebbe promesso di “mettere in campo gli strumenti del Ministero e di Invitalia, come gli accordi di innovazione, i contratti di sviluppo o il piano Transizione 5.0 per l’efficientamento energetico”.

Il ministro avrebbe difeso poi il Golden Power. La misura, avrebbe spiegato, ha reso “possibile scongiurare quanto già accaduto in Polonia, dove due stabilimenti sono stati chiusi con conseguenti 1.800 licenziamenti, o nel Regno Unito, con la cessazione dell’attività”.

“Se non l’avessimo fatto – avrebbe aggiunto – oggi non saremmo riuniti a questo tavolo per trovare una soluzione sostenibile, mentre gli stabilimenti continuano a produrre con i medesimi livelli occupazionali”.

Urso ha poi spiegato di aspettarsi da Beko “un piano industriale e occupazionale serio e assertivo, in linea con le prescrizioni della Golden Power, sia in riferimento alla sovrapposizione con gli altri stabilimenti Whirlpool in Europa, sia con quelli di Beko in Romania”.

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Redazione