Commissione Cultura e scuola, Fabio: “Seduta mai secretata. Nessuno ha escluso la stampa”
La mancata partecipazione della stampa alla seduta della Commissione Cultura e scuola dello scorso venerdì 10 gennaio sono state l’oggetto dell’interrogazione urgente presentata, nel corso del Consiglio Comunale di oggi, dalla consigliera del gruppo Partito Democratico Gabriella Piccinni. A rispondere il Sindaco di Siena Nicoletta Fabio.
“Nonostante mi sia già espressa sull’argomento – ha spiegato il Sindaco Fabio – per chiarire le mie posizioni nei confronti della stampa e della libertà di cronaca, e vista la deriva, a tratti anche poco elegante, che questo argomento ha scatenato in sedi più o meno istituzionali, vorrei specificare alcune cose riguardo alla Commissione Cultura e scuola dello scorso venerdì 10 gennaio 2025”.
“Il Regolamento per il Consiglio Comunale, che norma al titolo III anche lo svolgimento e la partecipazione alle Commissioni consiliari – ha detto il Sindaco – prevede che queste siano pubbliche, a meno che il Presidente non decida, per ragioni che sono altrettanto normate, di secretare le sedute stesse, come si legge nell’articolo sedici, comma tre dello stesso regolamento. La Commissione in oggetto non è mai stata secretata: nessun giornalista è mai stato allontanato perché di fatto nessuno si è presentato. Ad eccezione di un fotografo che ha potuto regolarmente svolgere la sua attività professionale. Nessuna comunicazione ufficiale è pervenuta su chi poteva o non poteva entrare. E soprattutto nessuna comunicazione ai membri della Commissione è stata fatta in apertura di seduta, per cui, come da regolamento, la stessa è rimasta pubblica, come di norma”.
“Credo sia complicato – ha concluso il Sindaco Fabio – e non di mia competenza ricostruire il tipo di rapporto eventualmente intercorso tra la presidente di Commissione e la stampa. Ognuno di noi, mi sembra evidente e legittimo, ne ha uno, ma per motivi legati alla privacy non ritengo opportuno parlarne in questa sede. Ritengo dunque che debba fare fede ciò che è stato messo a verbale, attraverso gli atti firmati e redatti che ribadiscono che la Commissione non era secretata e non è stato inibito l’ingresso a nessuno”.
La consigliera Gabriella Piccinni (Pd) si è dichiarata “decisamente insoddisfatta di come sono andate le cose. Da questa risposta si capisce con chiarezza che la commissione non era secretata anche se i giornalisti sostengono di non essersi presentati perché invitati a questo, e che dunque se la presidente ha ritenuto opportuno di tenerli lontano ha errato e avrebbe comunque dovuto informare i membri della Commissione, per sua natura pubblica, e spiegare i motivi: non ci sono vie di mezzo o sono secretate per motivi precisi (tutela dell’istituzione e sicurezza o reputazione delle persone) o sono pubbliche e dunque tutti possono assistere. Apprezzo che la Sindaca abbia dichiarato pubblicamente di ritenere la bozza del documento che regolamenta la partecipazione alle commissioni “senza valore”. Tuttavia questa bozza è stata inviata ai capigruppo. Su questo argomento si sono espressi Assostampa e Ordine dei Giornalisti che attraverso il loro controllo e la loro attività garantiscono alla categoria di poter svolgere con i giusti diritti e la giusta autoregolamentazione la loro attività. Assostampa e Ordine hanno spiegato bene in questi giorni, al di sopra delle dimensione locale e di ogni personalismo, che i giornalisti hanno il dovere di riportare alla cittadinanza i fatti di interesse per la comunità tutta. L’Ordine ha definito la bozza una grave ‘sgrammaticatura istituzionale’ tanto più grave perché si legge al suo interno la precisa motivazione di ‘avere piena chiarezza dei contenuti di diffusione successiva’, come se questi dovessero subire una sorta di ‘controllo’. Le parole della Sindaca confermano comunque ciò che è ovvio, ovvero che le commissioni sono pubbliche, questo per un principio di trasparenza oggettiva e istituzionale, la stessa che ci dovrebbe essere nella distinzione tra le figure degli addetti stampa e del portavoce, come per definizione della Legge n.150 del 2000. Sulla libertà di partecipazione aggiungo che un eventuale accredito non può trasformarsi in vera e propria autorizzazione. A questo punto credo che la cosa più importante sia raccogliere l’appello costruttivo di questi giorni, del quale le associazioni sono divenute promotrici affinché mai proposte restrittive trovino attuazione.