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Inaugurato a Siena un neuro-angiografo biplanare di ultima generazione. Investimento da 1,9 milioni per l’attrezzatura e 874mila per lavori

Inaugurato a Siena un neuro-angiografo biplanare di ultima generazione. Investimento da 1,9 milioni per l’attrezzatura e 874mila per lavori
  • PubblicatoMaggio 20, 2025

Inaugurato all’ospedale Santa Maria alle Scotte di Siena un neuro-angiografo biplanare di ultima generazione, già operativo per le attività di alta specializzazione della Neuroradiologia Diagnostica e Terapeutica, diretta dalla dottoressa Sandra Bracco. Il nuovo strumento sostituisce la vecchia apparecchiatura, nell’ambito del piano di ammodernamento delle strumentazioni messo in atto dall’Azienda ospedaliero-universitaria Senese e finanziato con fondi PNRR e della Regione Toscana. L’investimento sostenuto per l’attrezzatura è di 1,9 milioni, di cui 1,7 milioni finanziati con fondi PNRR e il resto con fondi regionali. L’importo dei lavori è di 874.000 euro. L’angiografo fornisce immagini più definite e dettagliate mantenendo una grande nitidezza anche ai massimi ingrandimenti e questo è di grande importanza per aumentare la precisione, talvolta sub-millimetrica e ridurre i rischi di errore.
All’inaugurazione hanno partecipato il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, l’assessore regionale al Diritto alla Salute, Simone Bezzini, l’assessore alla sanità del Comune di Siena, Giuseppe Giordano, il rettore dell’Università di Siena, Roberto Di Pietra, la delegata alla didattica dell’Università di Siena, Paola Piomboni, e numerose autorità e associazioni di volontariato.
«L’angiografo biplanare– ha affermato il presidente Eugenio Giani – è il segno del salto di qualità nel processo di innovazione tecnologica e riqualificazione generale della struttura che l’ospedale Santa Maria alle Scotte sta compiendo. Come ha ricordato il dg Barretta, che ringrazio, in cinque anni abbiamo ridotto da oltre il 70% al 40% il tasso di obsolescenza delle attrezzature più importanti della struttura. L’occasione di oggi testimonia la vicinanza, l’impegno, la fiducia della Regione verso tutti gli operatori dell’Aou senese, che rappresentano un’eccellenza della Toscana -ha sottolineato il presidente, che dopo l’inaugurazione ha voluto compiere un sopralluogo sul cantiere del Lotto Volano, il nuovo edificio in fase di realizzazione che funzionerà da struttura cuscinetto per consentire la ristrutturazione progressiva dei lotti dell’ospedale -. Per me, il lotto Volano è motivo di orgoglio. Grazie al PNRR investiamo 50 milioni, che innescheranno un processo di rinnovamento delle Scotte».
«La strategia di ammodernamento tecnologico dell’Azienda ospedaliero-universitaria senese prosegue insieme alla riqualificazione strutturale dell’ospedale – commenta l’assessore al diritto alla salute della Regione Toscana Simone Bezzini. – Il nuovo neuro-angiografo biplanare rappresenta un ulteriore passo avanti: una tecnologia di ultima generazione che migliorerà il lavoro dei professionisti e la qualità delle diagnosi e delle cure offerte ai pazienti. In quadro generale di sottofinanziamento del sistema sanitario nazionale, il Pnrr si conferma uno strumento fondamentale. Aver dedicato una missione specifica alla salute ci consente oggi di rinnovare attrezzature e, con esse, di rafforzare l’impegno per il diritto alla salute».
«Il nuovo strumento inaugurato questa mattina – afferma l’assessore alla sanità del Comune di Siena Giuseppe Giordano – rappresenta un importante salto tecnologico del nostro ospedale nella neuroradiologia interventistica, migliorando precisione diagnostica e sicurezza degli interventi, con un ruolo chiave nella medicina personalizzata e nella cura mininvasiva delle patologie cerebrovascolari. Grazie alle sue caratteristiche consente anche una diminuzione del mezzo di contrasto e delle radiazioni necessarie garantendo, di conseguenza, una maggiore sicurezza dei pazienti. È questa la sanità che vogliamo: innovativa e sempre più attenta alla salute dei nostri cittadini».
«L’inaugurazione della sala del neuro-angiografo biplanare – afferma il direttore generale dell’Aou Senese, Antonio Barretta – costituisce l’occasione per esprimere profonda gratitudine nei confronti della Regione Toscana per il sostegno finanziario fornito negli ultimi anni anche per il rinnovamento e il potenziamento tecnologico. Se ad inizio 2021 oltre il 74% delle apparecchiature alta tecnologia aveva più di 10 anni, ad oggi, costituiscono il 40% con una previsione di un’ulteriore significativa riduzione entro la fine di quest’anno. In continuità con l’impegno intrapreso e le progettualità dedicate all’umanizzazione degli spazi di cura, è stato realizzato uno scenario naturalistico a soffitto e su una parete dell’area di preparazione-risveglio definito dai pazienti “evocativo di serenità e rilassante”. Il tema della “faggeta amiatina” è stato scelto dal personale del reparto tra una serie di immagini di grande qualità fornite da un nostro tecnico appassionato di fotografia a cui va tra gli altri il nostro ringraziamento».
Oltre alle immagini, le componenti meccaniche rappresentano un elemento di grande qualità dell’apparecchiatura dotata di movimenti agili, fluidi e veloci, comandabili sia dall’operatore medico che dal personale tecnico che in qualsiasi momento, come fosse un “secondo pilota”, può intervenire attivamente sugli spostamenti del tavolo operatorio e dei tubi radiogeni attraverso una identica plancia di comando. L’ingombro dell’apparecchiatura è flessibile e modulabile in base al tipo e ai momenti dell’intervento con la possibilità di lasciare ampio spazio alle figure di supporto per il necessario margine di manovra in fase di allestimento e di fine procedura. La strumentazione base è stata dotata di tutti gli elementi meccanici e software opzionali per consentire il massimo confort del paziente e dell’operatore come lettino riscaldato, poggiatesta modulabile, poggia-braccio per l’accesso radiale, supporto toracico per la posizione prona, comandi in plancia e a pedale, tavolo di lavoro ed illuminazione modulabili, solo per citarne alcuni.
«Uno tra i software più interessanti presenti – spiega la dottoressa Bracco – consente di visualizzare la traiettoria per trattare le lesioni spinali tramite puntura diretta e di guidare l’operatore fornendo la progressione in tempo reale dello strumento lungo il percorso tracciato. Un’ulteriore funzione esclusiva della moderna apparecchiatura è la possibilità di scegliere l’immagine di lavoro e di richiamare in automatico con un semplice comando l’esatta posizione del tavolo e l’inclinazione degli archi con risparmio di tempo, radiazioni e mezzo di contrasto. I più promettenti tra gli elementi innovativi – prosegue la dottoressa Bracco – sono rappresentati dalle potenzialità diagnostiche ibride dell’apparecchiatura che può fornire immagini cerebrali TC ad alta risoluzione, importanti per il controllo post-operatorio di routine o in caso di sospette complicanze procedurali. In più si possono ottenere immagini TC angiografiche e di perfusione cerebrale aprendo alla possibilità di un accesso diretto in sala dei pazienti con sospetto stroke ischemico acuto, così come già da molti anni avviene per il sospetto infarto del miocardio».
La nuova dotazione tecnologica è stata inserita all’interno di uno spazio completamente riprogettato per dare vita al così detto “polo angiografico”. La progettazione del polo in cui sono stati attivamente coinvolti i direttori delle strutture afferenti di Neuroradiologia e di Radiologia Interventistica, ha visto muovere i primi passi circa 3 anni fa. Sono stati anni impegnativi, coordinati dal Dipartimento Tecnico, con la costante supervisione della Direzione Aziendale e la partecipazione attiva di un gran numero di professionisti la cui collaborazione è stata fondamentale.
Prima che avessimo a disposizione la TC (tomografia computerizzata) e la RM (risonanza magnetica), l’angiografia cerebrale ha rappresentato per diversi anni l’unico esame neuroradiologico in grado di fornire informazioni sul contenuto della scatola cranica, attraverso la visualizzazione dei vasi del cervello. Ora la neuroradiologia moderna si avvale di angiografi digitali di terza generazione che hanno accompagnato la progressiva evoluzione interventistica dell’angiografia, da esame puramente diagnostico a metodica “operatoria”. Infatti con l’impiego di cateteri introdotti nel sistema vascolare dall’inguine o dal polso, il neuroradiologo può eseguire la diagnosi ma anche intervenire per risolvere le cause del danno in caso di emorragie cerebrali o ostruzioni vasali e per ridurre alcune lesioni tumorali con la somministrazione in loco di chemioterapici, solo per citare alcuni esempi di terapie endovascolari. Successivamente si è aggiunta la cura della patologia rachidea degenerativa, fratturativa e neoplastica con approccio percutaneo diretto. Negli anni abbiamo così assistito ad una evoluzione del neuroradiologo in figura ibrida, diagnosta e terapeuta, una sorta di “chirurgo” esperto di imaging diagnostico, operante in una sala angiografica del tutto assimilabile ad una sala operatoria, dove personale altamente specializzato, tecnico e infermieristico, con il costante supporto dei neuro-anestesisti, collabora in equipe per la riuscita di interventi mini-invasivi e al tempo stesso complessi e rischiosi. L’operatore manovra dall’esterno strumenti sofisticati, guidati all’interno del cervello attraverso vie vascolari, in un campo operatorio chiuso; le immagini, bi o tridimensionali, sono ottenute dall’angiografo attraverso il passaggio di raggi X, elaborate in formato digitale e visualizzate in tempo reale su un grande schermo ad alta definizione.

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Redazione