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INCROCI – Abbadia Isola: apre la stagione Duccio Balestracci

INCROCI – Abbadia Isola: apre la stagione Duccio Balestracci
  • PubblicatoGennaio 27, 2025

INCROCI è il format, alla sua seconda edizione, voluto dal Comune di Monteriggioni, in collaborazione con la propria società in house Monteriggioni AD 1213 e con l’associazione La Scintilla. Si tratta di oltre venti appuntamenti che si terranno tra il sabato e la domenica nel complesso monumentale e museale di Abbadia Isola.
Sabato 1 febbraio, ore 18.00, nella Sala Ildebrando, la stagione verrà aperta da un’imperdibile conferenza-spettacolo di Duccio Balestracci dal titolo “Io Caterina, in nome e per conto di Cristo”.
Per l’ingresso è richiesta una consumazione al BarMaM, il bar del Museo al costo di 6 euro. Informazioni e prenotazioni: 0577 304834 oppure scrivendo a info@monteriggioniturismo.it
La serata condotta da Balestracci, il quale non ha certo bisogno di presentazioni per la sua carica istrionica da grande comunicatoreoltre che per il mix di sapienza e ironia che lo contraddistingue, è dedicata alla figura di Santa Caterina.


Illustrerà la vicenda umana di Caterina Benincasa donna straordinaria e, allo stesso tempo, enigmatica, cercando di penetrare l’involucro della leggenda. Dai digiuni alle estasi e ai suoi sogni, sino alle visioni che iniziarono all’età di 6 anni quandoCristo le apparve vestito da pontefice e lei si convinse che Dio l’avesse scelta e che lo stesso Cristo chiesta in sposa.
La ragazza che a 20 anni iniziò a prendere parte alla vita di Sienacon un’intensa attività, sempre accompagnata da preghiere e penitenze, nel tentativo di convertire i più tenaci peccatori ma anche impegnandosi verso le categorie più deboli: visitava i carcerati e si occupava con costanza dei malati curandone sia le ferite del corpo sia quelle dell’anima.
Fu una donna del popolo e della comunità, profondamente radicata nella sua città e nel rione di Fontebranda ma anche colei che, divenuta terziaria domenicana, si adoperò per mettere pace tra le fazioni rivali in molte città della Toscana, Pisa, Lucca, Firenze, la zona della val d’Orcia senese.
Una figura nella quale si univano la pietà, il misticismo e lapratica di un’attività politica intensa influenzando profondamente la società e la Chiesa del suo tempo. Tanto che nel 1376, insieme al suo confessore Raimondo da Capua e ad altri componenti della sua famiglia spirituale, la così detta allegra brigata, si recò ad Avignone per mettere pace tra il papato e la città di Firenze, colpita da interdetto papale, oltre a convincere papa Gregorio XI a tornare a Roma riportando la Sede Apostolica nell’Urbe: la più grande impresa diplomatica del XIV secolo.


“Una donna che dimostra di conoscere molti autori. Informazioni apprese nel vicino convento di San Domenico”, come ha dichiarato Balestracci, e lo si evince anche dal fatto che “Caterina entra nella riflessione teologica, utilizzando un linguaggio di chi conosce la scrittura”: ci ha lasciato 381 lettere scritte ai suoi contemporanei, dalle persone più semplici, fino a governatori di città, papi, cardinali, prelati, uomini e donne senza distinzione.

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Redazione