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Petizione pro-Montanari, boom di firme. Il rettore: “Tricolore costretto a inchinarsi verso chi era in rapporti con la mafia”

Petizione pro-Montanari, boom di firme. Il rettore: “Tricolore costretto a inchinarsi verso chi era in rapporti con la mafia”
  • PublishedGiugno 14, 2023

Oltre 60mila sottoscrizioni alla petizione che su Change.org esprime “solidarietà e consenso” per la sua scelta e l’hashtag #IoStoConMontanari che su Twitter è diventato virale.

Il rettore dell’Università per Stranieri di Siena può contare su un deciso sostegno di una parte del popolo del web che ha apprezzato la sua decisione la sua scelta di non mettere le bandiere a mezz’asta nel suo ateneo per la morte di Silvio Berlusconi, andando così contro la decisione del Governo che ha disposto che siano esposte a mezz’asta le bandiere nazionali ed europee sugli edifici pubblici dell’intero territorio nazionale e sulle sedi delle rappresentanze diplomatiche e consolari italiane all’estero.

Lo stesso Montanari tra l’altro è tornato a farsi sentire su Twitter: nel ringraziare chi ha espresso messaggi di “solidarietà e ringraziamento (e anche di critica non offensiva) per la scelta di non esporre le bandiere a mezz’asta” Montanari ribadisce come il suo non è “un giudizio politico”, ma “una scelta istituzionale”.

“In queste ore il tricolore del Risorgimento- prosegue il rettore nel tweet- , della Resistenza, dell’articolo 12 della Costituzione viene costretto ad inchinarsi di fronte a chi è decaduto dal Parlamento per un reato gravissimo come la frode fiscale (l’uomo più ricco d’Italia che derubava il popolo); di fronte a chi era in cordialissimi rapporti con la Mafia. Fa venire le vertigini pensare a tutti coloro che sono morti ‘per’ quella bandiera, se ci si sofferma a considerare il fango nella quale viene ora trascinata. La procura antimafia, le procure, i tribunali, le sedi dell’Agenzie delle Entrate… oggi tutte le istituzioni della Repubblica sistematicamente disprezzate da Berlusconi sono costrette a rinnegare simbolicamente se stesse, omaggiandolo”.

“È lo Stato che viene piegato e umiliato-continua-: e allora scegliere di dire di no, significa scegliere di difendere (nel nostro piccolissimo) la dignità dello Stato, oltre che rivendicare l’autonomia dell’università, protetto dalla Costituzione”.

La linea seguita da Montanari comunque potrebbe costargli caro, stando almeno a quanto detto da Pier Paolo Rivello, penalista e professore all’Università di Torino di Diritto penale e penitenziario, : “Il lutto nazionale proclamato dall’Autorità, se non rispettato è sanzionabile secondo l’articolo 650 del Codice penale- spiega Rivello all’Adnkronos-, fino a tre mesi di reclusione o con ammenda fino a 200 euro. Essendo quello di Montanari un caso particolarmente noto, probabilmente la procura di competenza verosimilmente procederà a riguardo anche in assenza di denuncia nei confronti del Rettore”.

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Redazione