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Presunto stupro a Chianciano Terme, i legali degli indagati: “Grave che il processo si svolga sui mass media”

Presunto stupro a Chianciano Terme, i legali degli indagati: “Grave che il processo si svolga sui mass media”
  • PubblicatoMarzo 6, 2024

“Stiamo assistendo, nostro malgrado, a un processo mediatico quando ancora nessuno (quanto meno la difesa degli indagati…) ha potuto leggere gli atti delle indagini preliminari” e “chiediamo attenzione e rispetto – nonché equilibrio e misura – in una vicenda delicata e dolorosa per tutti”.

Lo scrivono in una nota gli avvocati Enrico de Martino, Gian Paolo Del Sasso e Matteo Antonio Starace, legali difensori dei due atleti indagati per un presunto stupro di gruppo ad una campionessa uzbeka di scherma che sarebbe avvenuto in un albergo di Chianciano Terme, durante un campo estivo, fra il 4 e il 5 agosto scorso.

“Sono stati pubblicati sulla stampa i nomi e le foto dei nostri assistiti -continuano-. A prescindere da come si concluderanno le indagini della Procura della Repubblica – che, leggendo il suo comunicato, ha agito con solerzia e nel pieno rispetto dei diritti di tutti gli attori coinvolti – è estremamente grave che un processo che involge tematiche così delicate si svolga sui mass media quando esistono strumenti giuridici e forme di tutela molto efficaci concesse dall’ordinamento. In sostanza, riteniamo che le questioni siano sia di merito che di metodo”.

“Per quanto riguarda il merito, non possiamo che ribadire in questa fase niente più di quanto già dichiarato, ossia l’innocenza dei nostri assistiti i quali ribadiscono di non aver mai usato violenza a nessuno”, proseguono gli avvocati che poi citano, nella parte del metodo, il processo mediatico.

“Riteniamo di non poter aggiungere altro in un contesto in cui si è addirittura arrivati a pubblicare foto e nomi di persone che ad oggi devono essere trattate da tutti come innocenti (quanto meno sino a una sentenza di condanna), che non sono neppure state attinte da una qualsiasi misura cautelare e che dunque hanno pieno diritto, come tutti i cittadini, alla riservatezza, almeno sino alla conclusione delle indagini preliminari che, salvo particolari atti, si svolgono nel segreto istruttorio”, concludono.

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Redazione