Si è spento Antonio Paolucci, gigante della cultura italiana
“Quando parliamo di Siena e della sua storia incontriamo spesso consapevolezza del ruolo politico e della supremazia di una città che non tollera ingerenze”, ed ancora “Siena era questo: non voleva sapere chi governava ma come, l’importante era il bene della città, il bene comune. Interessa quello, non le persone”.
Parlò di una città, la nostra, che era “capitale della civiltà d’Occidente” lo storico dell’arte Antonio Paolucci quando, nel 2017, tenne una lectio magistralis in Piazza Jacopo della Quercia dal titolo “Piazza del Duomo a Siena, una città ed il suo cuore”.
L’ex ministro per i Beni culturali nel governo Dini, già soprintendente per il polo museale Fiorentino e direttore dei Musei Vaticani, è scomparso oggi a Firenze all’età di 84 anni.
La lezione che Paolucci tenne di fronte al Duomo è descritta come “un itinerario che getta luce su temi e immagini particolarmente rappresentativi dell’identità religiosa, artistica e culturale di Siena” ed è raccontata da un volume realizzato di recente.
Paolucci era nato a Rimini il 29 settembre 1939 e si era laureato in storia dell’arte nel 1964 con Roberto Longhi, iniziando la sua carriera nell’amministrazione statale come funzionario del ministero della pubblica istruzione nel 1969, avvicinandosi al mondo delle soprintendenze.
“Con la scomparsa di Antonio Paolucci, l’Italia perde un uomo di cultura appassionato e rigoroso, un instancabile studioso che ha dedicato la sua vita alla tutela, alla promozione e alla valorizzazione del nostro patrimonio artistico e culturale. Alla famiglia e ai suoi cari le più sentite condoglianze”: è il cordoglio del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano.