Condanna Portanova, il calciatore sulle motivazioni della sentenza: “Presto potrò dire la mia e dimostrare fatti”
“Sento e leggo una storia che non conosco, che non si avvicina lontanamente alla realtà e mi chiedo ogni giorno perché è successo a me. Presto ci sarà modo di dire la mia versione documentando con prove e non con ipotesi. Per la mia famiglia, per il mio club, per la mia vita, credevo che rimanere in silenzio e dare fiducia alla giustizia fosse la cosa giusta ma adesso purtroppo mi sono reso conto che il silenzio ha presentato un conto troppo salato che non sono più disposto a pagare”.
Così il giocatore del Genoa Manolo Portanova, condannato in rito abbreviato a sei anni per violenza sessuale di gruppo, lascia uno sfogo sul suo profilo Instagram dopo aver letto le motivazioni della sentenza uscite in mattinata.
Motivazioni della sentenza della giudice Ilaria Cornetti, nelle quali appunto si ritiene “inequivocabile il dissenso della ragazza”. La giovane, una studentessa di 22 anni di Montepulciano “manifestò la propria volontà di voler avere un rapporto sessuale solo con Manolo e di non volerne uno di gruppo con i quattro ragazzi” , volontà espressa “in modo ripetuto e inequivocabile”; “il suo dissenso è stato sin da subito, e per tutta la durata del rapporto sessuale di gruppo, evidente e manifesto”, anche così è “raggiunta la prova della responsabilità penale degli imputati”.
Lo scrive il giudice di Siena Ilaria Cornetti nelle motivazioni., La ragazza per cui il calciatore Manolo Portanova venne condannato in rito abbreviato a 6 anni per violenza sessuale di gruppo, la notte fra il 30 e il 31 maggio 2021 ricostruisce il giudice Ilaria Cornetti, dovette invece subire abusi sia da parte di Manolo Portanova e anche da altri tre giovani, fra cui lo zio del calciatore, Alessio Langella, condannato alla stessa pena nello stesso processo. La violenza si consumò in un appartamento del centro di Siena dove la giovane era stata invitata. Scrive il giudice Cornetti anche che in quella vicenda la ragazza affermò di non voler rapporti di gruppo con i quattro ragazzi “dall’inizio alla fine del rapporto sessuale di gruppo, e lo ha fatto sia con Manolo (con cui era già stata chiarissima le settimane precedenti) che con William, Alessio ed Alessandro”, “ha chiesto di rimanere sola con Manolo” ma gli altri sono entrati nella stanza, prima uno, poi gli altri due, quindi lei “si è bloccata, ha cercato di capire cosa stesse succedendo, ha chiesto e ha chiesto ancora che se ne andassero” via ma è stata abusata e “bloccata” con le braccia. Nella sequenza dei fatti, il giudice aggiunge che la ragazza ha domandato se un’amica poteva essere ancora nell’appartamento, quindi “ha colpito Manolo sulla pancia”, “infine – spiega sempre il giudice – ha rinunciato a reagire e passivamente, come un automa, ha fatto quello che le è stato chiesto di fare ed ha subito quanto i quattro ragazzi hanno posto in essere”.