Caso Rossi, Antonio Degortes ascoltato in commissione parlamentare : “completa distorsione della verità”
Una distorsione completa della verità a cui oggi partecipa anche una parte della famiglia. E’ quanto sostiene Antonio Degortes ascoltato oggi in commissione parlamentare sulla morte di David Rossi.
L’imprenditore ha attaccato le trasmissioni de Le Iene e Quarto Grado in quanto tutto l’impianto investigativo si basa solo su testimonianze, rilasciate nelle varie interviste, di tre personaggi due dei quali si trovano in galera e uno agli arresti domiciliari.
Da qui il dubbio circa l’affidabilità di chi si mostra, almeno in tv, come paladino della verità.
Ecco alcuni passaggi fondamentali della testimonianza rilasciata oggi da Degortes che si è presentato in commissione parlamentare su base volontaria e ha chiesto di essere ascoltato.
“Il rapporto con David nasce alla fine degli anni novanta” – ha detto l’imprenditore – “la frequentazione iniziò con la politica, dopo che fui espulso da Forza Italia e dopo che trovai una certa vicinanza politica con Piccini. Frequentazione che aumenta dal 2004 in poi quando lui passò in Fondazione Mps. E’ noto che io sono uno degli amici più vicino a Mussari e quindi capita di frequentarsi”
Dal 2010 in poi le frequentazioni con Rossi avevano una cadenza regolare, circa ogni quindici giorni. Gli incontri non avvenivano nella famoso “birreria” ma al ristorante Millevini di Degortes. In quel contesto Rossi aveva dato suggerimenti, più che altro su eventuali iniziative culturali, alla neonata Associazione Per Siena.
L’ultimo incontro tra Rossi e Degortes risale al 1 marzo e fu un incontro casuale, venti giorni prima l’imprenditore senese aveva subìto la perquisizione della Guardia di Finanza e Rossi dopo nove giorni le fiamme gialli avrebbero perquisito anche Rossi.
“La sensazione fu che David nemmeno mi riconoscesse. Dopo anni e dopo aver che Profumo e Mingone hanno detto che Rossi era preoccupato delle frequentazioni del “gruppo della birreria”, ho avuto il dubbio che in quell’occasione Rossi non mi avesse voluto riconoscere. Era un momento particolare per me, per lui e per la situazione che c’era a Siena. Lo vedo e non era lucido. Dopo un attimo mi confida forse mi devo cercare un lavoro“.
Sulla condizione di forte stress che Rossi stava attraversando viene anche tirato in ballo il documento della direttrice della clinica psichiarita Liliana Lorettu che fu incaricata dalla famiglia. In questo documento di legge: “lo stress lavorativo è il motivo del suicidio di David”. “La famiglia- aggiunge Degortes- fa una battaglia per due anni, secondo me giusta sull’istigazione al suicidio. Perchè secondo me il Monte dei Paschi poteva fare di più in quella situazione, oltre che mandare la dott.ssa Ciani ad ascoltarlo, soprattutto dopo la mail di David”.
In merito alle trasmissioni televisive, afferma: “Iene e Quarto Grado creano questa sorta di convinzione popolare italiana che Rossi possa essere stato ucciso. Si fa una commissione parlamentare su questo. Su cosa si basano queste due trasmissioni? Si basano solo su delle testimonianze. Non c’è una prova.
Il primo teste è Pierluigi Piccini che in tv dice quello che tutti conosciamo, quando viene chiamato dalla Procura della Repubblica di Geneva si dimentica tutto: “dice mah forse era riferito ai festini del 2003 -2004, forse non sono più sicuro se fosse uomo o donna..“
Il secondo teste è Giovanna Ricci hater professionista di Siena. E’ agli arresti domiciliari per aver preso così tante condanne per diffamazione, poi un giorni si è alzata è andata dal mio avvocato è gli ha riempito d’acido il motorino sotto il suo ufficio. Fu intervistata da Monteleone, il giornalista de Le Iene condannato in primo grado. Nel processo a Grosseto il mio avvocato chiede a Monteleone di parlare di Giovanna Ricci…lui risponde: “non mi ricordo chi sia”. Gli chiediamo di fornirci la registrazione di quell’intervista e la risposta fu: “lo abbiamo distrutto”.
Queste sono le risposte di chi va alla ricerca della verità.
Questi signori che cercano la verità e ogni volta che vanno davanti ad un giudice si avvalgono della facoltà di non rispondere. Mi permettete di dubitare? Quando è il momento di aiutare le indagini nessuno lo fa, solo in tv si fa.
Il terzo teste è la moglie del col. Aglieco, che è stata condannata in primo grado ad Arezzo, e di cui ha già parlato Aglieco stesso.
Il quarto teste utilizzato da Quarto Grado come supertestimone dei festini senesi. Ed è Massimo De Luca, conosciuto tossicodipendente senese, attualmente agli arresti a Sollicciano a Firenze. Lui mi ha lasciato dei bigliettini di minaccia di morte sotto casa. Dieci giorni fa ha scritto dal carcere minacce di morte anche al procuratore Marini.
L’altro supertestimone è William Correa, responsabile dell’omicidio della ragazza coreana.
Questa è l’affidabilità dei testi?
L’ultimo è Matteo Bonaccorsi. Per me è solo un mitomane. Le dichiarazioni della Procura di Genova dicono che è completamente inaffidabile. E’ imbarazzante quello che dichiara. La commissione potrebbe indagare meglio sul personaggio”
In merito ai festini: “Io non ho mai partecipato a festini di droga e sesso. Mai. Io non sono mai stato al residence San Luigi. Ho organizzato tanti eventi. Ma non ci sono mai stato, non conosco San Luigi se non dalle foto che Bonaccorsi ha pubblicato. Io non ho mai parlato con Natalini. Non ho mai parlato col col. Aglieco fino al 2018, cioè prima che siano subestrante Le Iene. Non sono mai stato a cena nè con Don Acampa, nè con il ministro Tremonti. Tantomeno ho mai conosciuto Matteo Bonaccorsi. Mai visto.
E ribadisco, anche se non partecipavo conoscendo il territorio ne sarei stato a conoscenza.”
Irene Chiti.