Mediobanca boccia l’ops di Monte dei Paschi: “Ostile e distruttiva di valore”
Era stato previsto ed è accaduto: il cda di Mediobanca ha bocciato l’offerta di pubblico scambio di Monte dei Paschi ritenendola “ostile” e “contraria agli interessi” di piazzetta Cuccia.
Dal consiglio dunque nessuna novità rispetto alla posizione espressa dall’ad Alberto Nagel nel weekend. La mossa di Rocca Salimbeni è giudicata, in una nota, “priva di razionale industriale e finanziario, e dunque distruttiva di valore” dall’Istituto lombardo.
Il gruppo teme che l’ops possa pregiudicare “l’identità e il profilo di business” e che ancora “distrugga valore per gli azionisti” delle due banche “essendo facile prevedere una copiosa perdita di clienti in quelle attività” che “presuppongono l’indipendenza, la reputazione e la professionalità dei professionisti”.
L’operazione, si aggiunge dal cda, è “negativamente caratterizzata dalla difficoltà a determinare il valore intrinseco dell’azione della Banca Mps che presenta un patrimonio netto che fronteggia rilevanti attività fiscali, attività deteriorate e rischi di contenzioso legale (3,3miliardi), indicatori di rischio peggiori rispetto alle altre banche italiane, rilevanti perdite pregresse, una marcata concentrazione geografica (70% filiali al centro-sud Italia) e di clientela (piccole media impresa), mancanza di fabbriche prodotto”.
La parte finale del comunicato del cda è dedicata infine alla partita del risiko finanziario. I vertici di Mediobanca evidenziano i “rilevanti intrecci azionari di Delfin e Caltagirone”, ricordando poi le loro partecipazioni in Mediobanca stessa, Mps e Generali.
Una presenza societaria che, si spiega “configura una potenziale disomogeneità negli interessi rispetto al resto della compagine azionaria”.
Di qui un ulteriore passaggio importante: Sandro Panizza e Sabrina Pucci, consiglieri Delfin in Mediobanca, si sono astenuti da approvare il comunicato di piazzetta Cuccia.
