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Opera Laboratori acquisisce il Palazzo delle Papesse

Opera Laboratori acquisisce  il Palazzo delle Papesse
  • PubblicatoGiugno 11, 2024

Palazzo delle Papesse rinasce grazie ad Opera Laboratori. Beppe Costa, Presidente e Amministratore Delegato della società, ha siglato questa mattina con Banca d’Italia il contratto di acquisto della storica residenza di Caterina e Laudomia, sorelle di Papa Pio II. L’azienda leader in Italia nella gestione museale ha acquistato il prestigioso immobile tramite una società del gruppo e si adopererà per riposizionare l’edificio, tra i più iconici della città di Siena, al centro delle istituzioni culturali italiane.

È già pronto, infatti, il progetto di riapertura del Palazzo, che vedrà subito dopo l’estate l’inaugurazione della mostra – in collaborazione con Galleria Continua – di Julio Le Parc, scultore e pittore argentino, figura di spicco dell’arte cinetica e dell’Op Art, oltre a essere un fermo difensore dei diritti umani. Le opere di Julio Le Parc sono esposte in importanti musei e gallerie di tutto il mondo e la sua influenza sull’arte contemporanea è riconosciuta a livello internazionale.

Opera Laboratori, attraverso la propria gestione, vuole tracciare un percorso di rinascita culturale che porterà nel cuore di Siena mostre d’arte internazionali ed eventi in un edificio che per tanti anni è stato punto di riferimento. Nel 2025, in occasione del ventennale della prima mostra senese e a trenta anni dalla morte di Hugo Pratt, verrà invece organizzata una grande esposizione dedicata al fumettista e scrittore “padre” di Corto Maltese. La mostra, curata da Patrizia Zanotti e Patrick Amsellem, con il progetto dell’architetto Giovanni Mezzedimi, verrà prodotta da Opera Laboratori e sarà la prima tappa di un percorso in importanti sedi museali italiane.

“L’intuizione – commenta Beppe Costa – condivisa con Daniele Petrucci, già consigliere delegato, e con Stefano Di Bello, chief operating officer di Opera Laboratori, non rappresenta solamente un grande passo per la nostra società, ma è un investimento fatto per il mondo della cultura. Palazzo delle Papesse dialogherà con tutte le istituzioni culturali italiane e internazionali e inviterà i suoi ospiti ad avere uno sguardo di Futuro”.

La disponibilità a collaborare è stata subito raccolta dal sindaco di Siena, prof.ssa Nicoletta Fabio, che in una nota dichiara: “Una grande opportunità per la città, sono felice che questa notizia arrivi nello stesso giorno in cui abbiamo presentato la programmazione culturale del Santa Maria della Scala. Una nuova linfa vitale, dinamica e costruttiva si sta formando in questa città, grazie alla sinergia tra tutti gli attori coinvolti. Con Opera Laboratori abbiamo instaurato fin da subito un ottimo rapporto di collaborazione e rispetto reciproco e credo che la strada tracciata sia quella giusta”.

Palazzo delle Papesse svela già da oggi la sua nuova identità visiva, progettata da Lorenzo De Rita, direttore creativo di lungo corso (ha curato campagne di comunicazione per clienti internazionali come Nike, Adidas e Volvo) e dal suo team di design di The Phosphorescent Room, un Centro Studi sull’immaginazione. Tre sono le parole scelte che rappresentano l’identità del Palazzo: visione, apertura e pluralità. Ovviamente il portavoce di questa parola è l’ospite più illustre che abbia mai varcato la soglia del portone del Palazzo: Galileo Galilei. 

Palazzo delle Papesse, attraverso le sue mostre, offrirà nuove “visioni” e modi di vedere l’arte e la cultura, da guardare con nuovi occhi: “occhi che vogliono vedere e che credono a quello che vedono…” (Galileo Galilei).

La parola “apertura” descrive l’anima del Palazzo: c’è ancora l’apertura mentale di Galileo e del suo modo di interpretare la scienza, ma c’è anche quella della sorella di Pio II, Caterina Piccolomini. Una donna che “nonostante tutto”, andando contro le norme e le usanze del suo tempo, ha costruito e organizzato l’edificio che verrà a breve riconsegnato al pubblico.

Come Caterina era una donna di vedute aperte, così il Palazzo delle Papesse dovrà diventare un simbolo di apertura mentale, inclusivo e partecipativo, dove gli artisti potranno “andare oltre e immaginare città che non esistono nelle carte geografiche, dove nessun essere umano è estraneo” (Papa Francesco, discorso agli artisti in occasione della Biennale di Venezia).

“Pluralità” è forse la più rappresentativa delle tre parole chiave scelte. Perché la pluralità è nel nome del Palazzo, nel numero delle lune crescenti del simbolo dei Piccolomini, nel numero degli abitanti e delle funzioni che si sono susseguite nel tempo, ma anche nella capacità di dialogare con le differenti istituzioni della città e del territorio. Un progetto che intreccia i “crescenti” dei Piccolomini con gli occhi di Galileo per donare tanti sguardi di Futuro.

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Redazione