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PR Fesr 2021-2027, oltre 500 milioni per dare sostegno alle imprese toscane e senesi

PR Fesr 2021-2027, oltre 500 milioni per dare sostegno alle imprese toscane e senesi
  • PubblicatoGiugno 26, 2023

Accompagnare gli investimenti per la transizione ecologica e digitale del sistema produttivo toscano, puntando su ricerca, innovazione, digitalizzazione e competitività. Sono questi i cardini delle nuove misure cofinanziate dalla Regione Toscana ed inserite nel nuovo settennato 2021-2027 del Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) per dare sostegno alle imprese toscane. A disposizione della Toscana ci sono oltre 500 milioni di euro, quasi 100 in più rispetto alla programmazione precedente che ha consentito di attivare quasi 1,2 miliardi di investimenti. Secondo stime, col nuovo PR Fesr si arriverebbe ad attivarne oltre 2,7.

Le azioni sono state presentate questa mattina in Camera di Commercio a Siena alla presenza del Presidente della Provincia di Siena David Bussagli, dell’assessore regionale all’economia e turismo Leonardo Marras e del presidente della Camera di Commercio di Arezzo e Siena Massimo Guasconi.

“Si tratta – sottolinea il Presidente della Provincia di Siena David Bussagli – di misure destinate a dare un forte sostegno allo sviluppo e alla competitività delle nostre imprese. Siena ha tra le sue eccellenze settori quali ricerca e farmaceutico ma anche il terziario e grazie a queste misure che la regione toscana coordina, avremo un sensibile impulso per il nostro settore economico e la possibilità di stare sui mercati nazionali e internazionali generando valore”.

“Grazie alla Provincia e alla Camera di Commercio di Siena per la disponibilità ad organizzare insieme l’incontro – commenta Leonardo Marras, assessore all’economia e al turismo della Regione Toscana –, credo fermamente che momenti di confronto diretto come questo siano molto importanti per le imprese, perché possono conoscere da vicino e nel dettaglio le opportunità a loro disposizione. Le misure che si apriranno nelle prossime settimane, infatti, e poi di seguito fino a dicembre, saranno una grande spinta allo sviluppo: per aumentare la competitività sui mercati nazionali ed internazionali, per sviluppare innovazioni e nuove applicazioni delle tecnologie, per incrementare la ricerca. Sono certo che il territorio senese, con la sua varietà di imprese dalle piccole e medie aziende, alle realtà produttive di primo piano nel sistema economico regionale, saprà sfruttarle al meglio”.

“Siamo felici di aver ospitato questo appuntamento, in coordinamento con gli enti locali e regionali, e con le categorie che poi saranno i mediatori e gli attuatori di dei piani e delle misure – aggiunge Massimo Guasconi, presidente della Camera di Commercio di Arezzo e Siena. – Naturalmente c’è la necessità di modellarle e adattarle alle migliori esigenze dei territori. Da questo punto di vista penso al ruolo che il sistema camerale può rivestire, insieme alla regione, pensando alle emergenze che si stanno prefigurando, prima fra tutte, quella dell’innalzamento dei tassi di interesse che per le imprese saranno una prova del fuoco; oppure penso all’internazionalizzazione, considerato che anche noi come sistema camerale attiviamo bandi. Un coordinamento, anche da questo punto di vista, sarà di fondamentale importanza”.

Vediamo come sono ripartiti i 517 milioni di euro che saranno messi a disposizione delle imprese.

Nell’ambito dell’obiettivo che punta a sviluppare e rafforzare le capacità di ricerca e di innovazione e l’introduzione di tecnologie avanzate sono previste tre azioni:

Sostegno per l’acquisto di servizi innovativi per la transizione digitale delle imprese. I 73 milioni di euro previsti permetteranno a micro, piccole e medie imprese di fare investimenti in innovazione (di processo, di prodotto e organizzativa) attraverso l’acquisto di servizi qualificati, e di carattere strategico o sperimentale su specifici ambiti tecnologici, filiere produttive, aree territoriali e per obiettivi di sostenibilità (economica, sociale e ambientale).

Sostegno agli investimenti in ricerca, sviluppo e innovazione. E’ l’azione che assorbe quasi la metà del totale delle risorse a disposizione (240 milioni), con l’obiettivo di rafforzare gli investimenti in ricerca e sviluppo delle imprese attraverso l’introduzione di tecnologie avanzate anche per favorire la transizione ecologica e sostenendo la cooperazione tra MPMI e grandi imprese e tra imprese e organismi di ricerca, anche in forma aggregata.

Sostegno per la creazione ed il consolidamento di start-up innovative. Per questa azione ci sono a disposizione 22,8 milioni che serviranno per dare una mano a realtà caratterizzate da alto rischio operativo, scarsità di beni da costituire in garanzia, assenza di storia aziendale e bassa qualità dei dati contabili. Il supporto a queste categorie di imprese sarà concentrato nella fase di costituzione e di primo sviluppo nel mercato per consentire loro di avere un accesso più agevole a canali di finanziamento.

Per quanto riguarda invece l’obiettivo teso a rafforzare la crescita e la competitività delle PMI ci sono due azioni:

Sostegno all’internazionalizzazione del sistema produttivo. I 50 milioni resi disponibili potranno essere destinati a MPMI operanti nei settori manifatturiero, turismo e commercio per l’acquisto di servizi di internazionalizzazione: supporto specialistico all’internazionalizzazione; partecipazione a fiere e saloni internazionali; consulenza e promozione attraverso l’utilizzo di uffici o sale espositive all’estero; promozione; supporto all’innovazione commerciale per la fattibilità di presidio su nuovi mercati.

Sostegno agli investimenti produttivi. Ci sono altri 132 milioni per varie iniziative tutte destinate a supportare le MPMI nelle fasi di nascita e crescita. Gli incentivi saranno rivolti a favorire investimenti produttivi (materiali e immateriali), in capitale circolante, in creazione di impresa (con attenzione particolare alle micro e piccole imprese femminili e giovanili) e al rafforzamento patrimoniale. Lo scopo è aiutarle a superare i fattori di debolezza strutturale, facilitarne l’accesso al credito o a forme di finanziamento alternative, favorire il consolidamento del sistema produttivo, incentivare processi di transizione tecnologica e digitale, l’adattamento delle produzioni alle caratteristiche dell’economia digitale e la transizione verso un’economia circolare.

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Redazione