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Terremoto, Brogi: “Le scosse non sono prevedibili, ma la storia ci dice sempre che la magnitudo è ridotta. La paura cambia la percezione”

Terremoto, Brogi: “Le scosse non sono prevedibili, ma la storia ci dice sempre che la magnitudo è ridotta. La paura cambia la percezione”
  • PubblicatoFebbraio 3, 2025

È bastata una scossa per farci tornare indietro di due anni esatti, quando tutta la città uscì dalle proprie case a causa di uno sciame sismico, che sicuramente resterà a lungo nella memoria dei senesi. Nella giornata di ieri, infatti, un’altra serie di scosse di terremoto, di cui quella più alta ha registrato una magnitudo di 3.2 della scala Richter nella zona di Monteroni d’Arbia, oltre ad aver portato un momento di tensione nei cittadini, ha anche indotto ad una domanda: è un caso che il terremoto del 2023 e quello di ieri siano entrambi avvenuti a febbraio? Sono correlati? Sta accadendo qualcosa alla faglia?

“Il fatto che i due terremoti siano avvenuti con due anni di distanza nello stesso periodo è un puro caso – commenta Andrea Borghi, professore dell’università di Bari -. La causa delle scosse è da ricercare in una zona di faglia che attraversa la parte meridionale della città di Siena: si tratta di una struttura che attraversa la crosta terrestre dal Tirreno fino all’Adriatico ed ha causato lo sciame sismico nel territorio. Da evidenziare poi, che questa faglia è caratterizzata da molteplici fratture, che possono portare a discontinuità meccaniche. Nel 2023, infatti, si sono mosse delle faglie sotto la città di Siena, mentre ieri erano a Monteroni d’Arbia. Stando ai dati storici, queste scosse si sono verificate spesso negli anni, ma con una magnitudo ridotta ed anche in questo caso è stato così”.

Di sicuro, come ha confermato anche il professor Brogi, non è possibile affermare che in futuro ci potranno essere piccoli o grandi movimenti. C’è da evidenziare però, che dopo le scosse del 2023, la percezione delle persone è nettamente cambiata e lo sciame sismico si sente con più facilità.

“Dopo il 2023 la paura si è fatta sentire – spiega il professore – ed anche per questo la percezione è diversa. Per esempio, nel 2018, ci fu una scossa di magnitudo 3.6 nella zona di Bibbiano e Buonconvento, quindi superiore a quella di ieri. In quel caso però, non ci fu un grosso clamore. Dunque, è ovvio che la percezione è cambiata e che la paura possa ritornare più facilmente”.

Per quanto riguarda le attività didattiche, le università saranno aperte da domani, mentre per quel che riguarda le scuole, il sindaco Fabio spera di poter riaprire domani, ma non vi è ancora l’ufficialità.

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Redazione