“Pensavo fosse amore”: teatro sociale contro la violenza di genere, ecco il progetto di Donna chiama donna
Un progetto di teatro sociale destinato alla comunità studentesca universitaria che “sarà coinvolta in laboratori teatrali per “mettersi nei panni” della vittima di violenza e dell’autore e comprendere come sostenere l’interazione sociale con costoro”.
Questo è il progetto “Pensavo fosse amore” che è stato presentato dall’associazione Donna chiama donna Odv. “Ogni anno in Italia 130 donne muoiono per mano di partner, ex partner o familiari che non accettano la loro libertà, la loro emancipazione e il loro diritto a definire la propria vita- viene spiegato in una nota-. Questo fenomeno ormai strutturale è solo la punta dell’iceberg della violenza, che prende le mosse da una base culturale sessista, misogina e patriarcale in cui la società italiana è immersa da secoli – come dimostrano ogni giorno le pagine di cronaca”.
Ed ecco che, per contrastare questa mentalità, prenderanno il via questi laboratori che saranno condotti da LaLut “e utilizzeranno testi elaborati a partire da documenti di carattere giudiziario e/o psicologico sul tema della violenza maschile contro le donne”, si spiega ancora.
Donna chiama donna e Misericordia di Siena affiancheranno LaLut “per discutere delle implicazioni legali e psicologiche dei casi affrontati e per analizzare le emozioni provocate, senza ricadere da un lato nella vittimizzazione secondaria e dall’altro nella collusione con chi agisce violenza-prosegue la nota-. Attraverso le attività proposte si intende sfatare alcuni falsi miti sulla violenza alle donne: ad esempio che si tratta di un raptus e non di una scelta, che è provocata dalle donne, che riguarda casi sporadici e prevalentemente persone straniere, di bassa estrazione sociale e economica, ecc. Al contrario, la violenza è un problema strutturale e trasversale, in cui è facile trovarsi coinvolti, sia come vittime, che come autori”.
Il progetto, “che ha l’obiettivo di smantellare stereotipi, pregiudizi e cultura patriarcale (motore della violenza maschile contro le donne), è stato finanziato da FMps e Università di Siena nell’ambito del bando Community hub e vede la collaborazione di Donna chiama donna con una inedita rete di partners: oltre al collettivo teatrale LaLut e alla Arciconfraternita di Misericordia di Siena (che promuove la costituzione di uno sportello di ascolto per uomini autori di violenza), parteciperanno infatti uRadio e Corte dei Miracoli, che costituiscono l’anello di collegamento con la comunità studentesca e comunicheranno attraverso i canali social e radiofonici le attività svolte, per favorire la contaminazione reciproca e il coinvolgimento pubblico nella attività di sensibilizzazione. I laboratori teatrali avranno inizio nel mese di ottobre; per partecipare non è necessaria nessuna competenza pregressa né particolari capacità attoriali” , si legge ancora.